Ha avuto il Covid-19 per più di due anni: lo studio
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Direttore: Alessandro Plateroti

Ha avuto il Covid-19 per più di due anni: il virus è mutato nel suo corpo, lo studio

Covid

Un uomo ha avuto il Covid-19 attivo per oltre 750 giorni: il virus è mutato decine di volte. Il caso più lungo mai documentato.

Mentre la variante Stratus supera il 50% dei contagi, un caso eccezionale ha attirato l’attenzione della comunità scientifica: un uomo di 41 anni, immunodepresso e affetto da HIV-1, ha convissuto con un’infezione attiva da Covid-19 per oltre 750 giorni. Non si tratta di Long Covid, ma di una vera e propria presenza continua del virus, che ha continuato a mutare nel tempo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Lancet Microbe e riportato da Fanpage.

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Covid-19 per oltre due anni: come il virus è mutato

Il paziente ha contratto il virus a maggio 2020, durante la prima ondata della pandemia, quando le varianti che oggi conosciamo non erano ancora comparse. Al momento del contagio non stava seguendo alcuna terapia antiretrovirale per l’HIV e il suo sistema immunitario era particolarmente compromesso, con un numero di linfociti T molto inferiore alla norma.

Nel corso dei due anni, l’uomo ha avuto sintomi respiratori persistenti ed è stato ricoverato in ospedale cinque volte. Tra marzo 2021 e luglio 2022, i ricercatori hanno prelevato e analizzato otto campioni di virus. Scoprendo che il SARS-CoV-2 aveva accumulato 68 mutazioni di consenso e 67 sottoconsenso.

Questi dati indicano che il virus si è evoluto costantemente all’interno del paziente. Seguendo un ritmo simile a quello osservato nella diffusione tra individui all’interno di una comunità. Lo studio ha rilevato che molte delle mutazioni riscontrate si trovavano nella proteina spike, quella che il virus utilizza per infettare le cellule.

Ben dieci di queste mutazioni corrispondevano alle stesse posizioni presenti nella variante Omicron, oggi ampiamente diffusa. Secondo William Hanage, epidemiologo della Harvard University e coautore dello studio, “le infezioni a lungo termine consentono al virus di esplorare modi per infettare le cellule in modo più efficiente“. Tuttavia, gli scienziati ipotizzano che l’adattamento del virus a un singolo individuo possa ridurre la sua capacità di trasmissione.

Un caso simile nei Paesi Bassi

Un caso simile era già stato osservato nei Paesi Bassi, spiega Fanpage, dove un uomo di 72 anni, anche lui immunodepresso, era morto dopo 613 giorni di infezione da Covid-19. Secondo i ricercatori, “la stragrande maggioranza delle infezioni persistenti non produce varianti altamente trasmissibili“. Ma il rischio che accada esiste e può essere ridotto solo curando efficacemente i pazienti con infezioni persistenti.

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ultimo aggiornamento: 16 Settembre 2025 16:00

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