Un hacker in Cina ha messo in vendita i dati di circa un miliardo di persone.
Un hacker ha messo a dura prova il paese che più controlla i dati dati personali dei cittadini: la Cina avrebbe subito un groppo e clamoroso hackeraggio. Sono circa un milione le persone che sono finite vittime del pirata informatico. L’hacker ha poi messo in vendita sul web i dati prelevati dai server della polizia di Shangai. “ChinaDan” come viene identificato l’hacker la settimana scorsa ha pubblicato sul sito web “Breach Forums” l’annuncio della vendita di oltre 23 terabyte di dati per 10 bitcoin, equivalenti a circa 200mila dollari.
Se confermato, si tratterebbe di una delle fughe di dati più grandi della storia. Al momento le autorità cinesi preferiscono il silenzio. Nel frattempo sono in attesa di prendere provvedimenti sul caso e risalire all’identità dell’hacker. Il pirata informatico avrebbe precedentemente pubblicato un’anteprima di dati con 750mila voci contenenti tutte le informazioni sensibili dei cinesi hackerati. Questo database comprende i registri della polizia di venti anni dal 2001 al 2019. Tra queste ci sono anche casi penali.
L’attacco avvenuto nel paese ossessionato dai dati
Questi registri erano accessibili tramite collegamento backdoor non protetto. Secondo quanto si apprende chiunque avrebbe potuto accedere ai dati sensibili del 70% della popolazione cinese. Molti hanno scoperto questo pacchetto di dati come rivela un ricercatore di sicurezza informatica alla CNN. Qualsiasi esperto informatico avrebbe potuto ottenere il database e le informazioni private.
Nel frattempo la Cina sta temporeggiando e ha dato il via alla censura su questa storia cancellando qualsiasi hastag o riferimento alla fuga di dati. Il governo di Pechino ha tra l’altro recentemente introdotto una ferrea regolamentazione per garantire la protezione delle informazioni personali. Ironia della sorte, proprio la Cina viene colpito dal più grande hackeraggio della storia. Resta però da verificare la veridicità dei dati contenuti nel database.