Haftar attacca l’aeroporto di Misurata, a poche centinaia di metri dall’ospedale della missione Ippocrate. Tensione anche in Iraq.
TRIPOLI (LIBIA) – Haftar attacca l’aeroporto di Misurata. Una nuova notte di paura per i nostri militari che hanno trascorso diverse ore nei rifugi per evitare di essere colpiti dai missili che l’esercito libico ha lanciato contro due bunker usati dai tecnici turchi.
L’offensiva è avvenuta a poche centinaia di metri dall’ospedale della missione Ippocrate con trecento soldati italiani impegnati. Fortunatamente fino a questo momento non si contano vittime ma gli attacchi sono iniziati ormai lo scorso 26 luglio e non sembrano intenzionati a smettere.
Paura per i soldati italiani in Libia
Da oltre due mesi i soldati italiani devono restare nei rifugi per evitare di essere colpiti dai missili di Haftar. Il comandante libico ha messo nel suo mirino tutte le postazioni turche e governative dell’aeroporto di Misurata, struttura situata a una centinaia di metri dall’ospedale della missione Ippocrate che ospita 300 dei nostri militari.
Fino a questo momento la struttura non è stata toccata con i soldati che stanno bene. Ma la situazione potrebbe degenerare da un momento all’altro e per questo l’Onu è al lavoro per cercare di trovare una tregua tra le fazioni libiche.
Proteste in Iraq
Ma in Medio Oriente la scia di sangue sembra infinita. Nelle ultime ore in Iraq, come riportato dai media locali, ci sono state diverse proteste che hanno visto la dura reazione delle forze dell’ordine. Al momento il bilancio delle vittime sembra essere salito a quattro anche se non ci sono conferme ufficiali.
Tra le persone che hanno perso la vita in questi scontri anche un bambino di sei anni. Ma il numero dei morti rischia di salire visto che le proteste non hanno nessuna intenzione di fermarsi nelle prossime ore anche se la polizia ha sparato contro la folla uccidendo diverse persone.
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