L’orrore di Hamas: bambino costretto a guardare video del 7 ottobre

L’orrore di Hamas: bambino costretto a guardare video del 7 ottobre

Rapito da Hamas il 7 ottobre, nei giorni in cui è stato loro ostaggio il bambino è stato costretto a guardare le immagini del massacro.

La tregua del conflitto tra Hamas e Israele prevede di estendersi per altre 48 ore, per concedere la liberazione di altri ostaggi. Sono state già diverse decine le persone rilasciate da entrambe le parti: sembrerebbe una buona notizia ma dai bambini che tornano a casa emergono crudeli verità sulla loro detenzione.

La zia di Eitan: “Un film dell’orrore”

Tra gli ostaggi liberati ieri sera, figura il nome di Eitan Yahalomi, bambino franco-israeliano di appena 12 anni che, nonostante la gioia per essere ritornato libero, dovrà superare un profondo shock. Il piccolo ha raccontato alla sua famiglia di essere stato picchiato dai terroristi di Hamas, i quali lo hanno costretto a guardare un vero e proprio “film dell’orrore”.

E’ quanto tuona la zia del bimbo, Deborah Cohen, che all’emittente francese Bfmtv fa riferimento ai video delle violenze avvenute il 7 ottobre. Una violenza psicologica a cui, tuttavia, sono stati costretti tutti i prigionieri dei miliziani palestinesi.

Hamas lo ha tenuto in ostaggio per giorni

Proprio durante il 7 ottobre, il piccolo Eitan è stato rapito dal suo kibbutz Nir Oz, mentre suo padre Ohad è rimasto ferito durante uno scontro con Hamas. Adesso, si presume che l’uomo sia ancora nelle mani dei terroristi.

Dopo essere stato preso, il 12enne è stato tenuto chiuso da solo in una stanza per 16 giorni, come racconta la nonna Esther Yahalomi. Solo dopo è stato portato dagli altri ostaggi, fino al suo rilascio avvenuto ieri sera.

Qui ha ritrovato la maestra della scuola materna: “Ha visto un volto familiare e per lui da allora è stato più facile, continua la nonna. Sono stati giorni difficili per il bambino, che adesso si trova a dover superare il trauma vissuto. “Speravo che fosse stato trattato bene, ma a quanto pare no, sono dei mostri”, aggiunge Deborah Cohen.