L’esercito israeliano ha ucciso i 3 figli del leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Anche il diretto interessato ha confermato. Cosa succede adesso.
Non si placa la guerra Israele-Hamas. In queste ore l’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso i 3 figli del leader rivale, Ismail Haniyeh. Anche il diretto interessato ha confermato tale situazione aggiungendo che anche altri parenti sono rimasti vittima degli attacchi dell’Idf. Tale situazione, però, non dovrebbe modificare nulla in merito alle proposte di “cessate il fuoco”.
Hamas, uccisi i figli del capo Haniyeh
In queste ore, alcuni rapporti arrivati da Gaza hanno segnalato che tre figli del leader di Hamas all’estero, Ismail Haniyeh, sono stati uccisi in un attacco israeliano. Secondo quanto riferito da Haaretz, le vittime sarebbero arrivate a seguito di un attacco su un’auto che avrebbe coinvolto anche i nipoti del capo di Hamas.
A confermare tale notizia anche il diretto interessato ad Al Jazeera: “Sono grato a Dio per l’onore che mi ha dato per la morte di tre dei miei figli e di alcuni dei miei nipoti”. Haniyeh ha denunciato quella che ha descritto come “la brutalità di Israele” aggiungendo anche: “Non c’è dubbio che questo nemico criminale è guidato dallo spirito di vendetta e dallo spirito di omicidio e di spargimento di sangue, e non osserva alcuna legge. Abbiamo visto il nemico violare tutto nel territorio di Gaza. C’è una guerra di pulizia etnica e un genocidio in corso. C’è uno sfollamento di massa”.
La tregua e cosa cambia
Al netto delle perdite di Hamas e del suo leader, non sembra al momento che la posizione dell’organizzazione sulla tregua possa cambiare: “L’uccisione dei miei figli non influenzerà le richieste di Hamas sul cessate il fuoco”, ha assicurato Haniyeh.
Secondo fonti egiziane citate da Al Jazeera, Hamas starebbe esaminando una proposta di accordo che prevede una tregua di 6 settimane e la liberazione di donne e bambini israeliani in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi. Lo scambio potrebbe includere “100 condannati all’ergastolo”.