Lewis Hamilton al Festival dello Sport: “Io vittima di razzismo in Italia, avevo tredici anni”.
Ospite al Festival dello Sport, Lewis Hamilton ha parlato della sua lunga carriera, del record di vittorie e del suo impegno nelle battaglie sociali.
Hamilton al Festival dello Sport: “Essere affiancato a un mito come Schumacher è incredibile”
“Per me era un grande obiettivo arrivare in Formula 1, essere affiancato a un mito come Schumacher è incredibile. Ho vinto sei titoli, potrei vincerne altri. E’ fantastico”, ha dichiarato Lewis Hamilton parlando del record di vittorie.
La carriera di Hamilton
Hamilton ha poi ripercorso la sua carriera, fatta di gioie ma anche di delusioni difficili da superare.
“La prima volta che sono salito su una F1 era il 2005. Volevo fare bella figura con i boss della McLaren, che mi avevano messo sotto contratto molto giovane. Mi ricordo le vibrazioni e un grande sorriso quando sono partito”.
“La miglior vittoria penso sia Monaco 2008, ma anche Silverstone nello stesso anno. Adoro le gare sul bagnato. Anche in Germania 2018 ho fatto una grande rimonta, con condizioni variabili ed è stata una grande gara. La più grande delusione è stata perdere il Mondiale del 2007, è stata davvero difficile da digerire. Fortunatamente ci siamo ripresi da quel momento”.
Hamilton, “Ho subito atti di razzismo in Italia”
“Non ho trascinato tutta la F1, il processo è ancora in corso. Tanti sono rimasti in silenzio, ci vorrà del tempo. Abbiamo un ruolo importante, dobbiamo parlare e agire, abbiamo ognuno una responsabilità per migliorare le nostre vite. Voglio portare un cambiamento, questo è il mio sogno”.
“Sono stato la prima volta in Italia a Parma per una gara. Mi ricordo che ho subito atti di razzismo, avevo 13 anni ed era la prima volta che viaggiavo da solo. Dei ragazzini che provenivano da altri paesi, mi gridavano di tutto in pista. Mio padre mi disse di combattere in pista, non con i pugni. Fortunatamente ho seguito il consiglio, altrimenti sarei andato in galera. In Italia ho conosciuto tante bellissime persone. E’ una questione di educazione, che spesso manca. Non succede solo in Italia, in tutto il mondo il sistema è sbagliato. Spero che quei ragazzini siano cresciuti”.