L’amministrazione Trump congela 2,2 miliardi di dollari destinati a Harvard dopo il rifiuto dell’università di accettare richieste su DEI.
Negli ultimi mesi, le relazioni tra l’amministrazione Trump e le principali università statunitensi si sono intensamente deteriorate. L’obiettivo dichiarato da Washington è quello di combattere il presunto antisemitismo nei campus, ma dietro questa motivazione si celano richieste che toccano la governance interna degli atenei, le politiche di ammissione e la libertà di espressione degli studenti.
Il governo ha infatti avanzato una serie di condizioni per mantenere attivi i finanziamenti federali: l’abolizione dei programmi per la Diversità, Equità e Inclusione (DEI), l’obbligo di segnalare immediatamente alle autorità federali gli studenti stranieri che violano le regole di condotta e persino il divieto di indossare mascherine durante le proteste nei campus.

Un clima di tensione tra governo e università
Tra le richieste avanzate figurano l’eliminazione dei programmi di Diversità, Equità e Inclusione (DEI), l’adozione di criteri di ammissione basati esclusivamente sul merito e la collaborazione con le autorità federali per monitorare gli studenti stranieri. Inoltre, si propone il divieto di indossare mascherine durante le proteste studentesche, una misura vista da molti come una limitazione alla libertà di espressione.
La risposta di Harvard e le conseguenze
Di fronte a queste richieste, l’Università di Harvard ha scelto di non cedere. Il presidente Alan Garber ha dichiarato che l’università non rinuncerà alla sua indipendenza né ai suoi diritti costituzionali. In risposta, l’amministrazione Trump ha annunciato il congelamento di 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni pluriennali e 60 milioni di dollari in contratti federali destinati all’università . Questa decisione rappresenta un duro colpo per Harvard e solleva interrogativi sull’equilibrio tra finanziamenti pubblici e autonomia accademica.
L’amministrazione Trump ha ufficialmente congelato 2,2 miliardi di dollari in fondi federali destinati all’Università di Harvard, in seguito al rifiuto dell’istituzione di conformarsi alle richieste governative riguardanti politiche di ammissione, programmi DEI e gestione delle proteste studentesche. Questa mossa segna un’escalation significativa nel conflitto tra il governo federale e le istituzioni accademiche sulla questione dell’autonomia universitaria .