Il ministero dell’Interno di Teheran stabilisce gli obblighi delle donne per tutelare la famiglia e l’hijab deve rimanere.
Il governo iraniano rimane sui suoi passi, nonostante le numerose proteste che ormai vanno avanti da mesi: l’hijab resta obbligatorio per le donne. A confermarlo è proprio una nota ufficiale del ministero dell’Interno di Teheran che in poche parole afferma che il velo è: “uno dei principi pratici della Repubblica islamica”.
Nella nota si afferma anche che l’hijab è un caposaldo di civiltà per l’Iran e questa decisione non verrà mai cambiata, inoltre non ci sarà tolleranza per chi non rispetta le regole e i valori della religione. Sull’Iran International è stato aggiunto anche un comunicato che fa maggiore chiarezza sulla posizione irremovibile del governo nei confronti delle donne iraniane: “L’hijab e la castità dovrebbero essere tutelate per rafforzare le fondamenta della famiglia”.
La legge islamica
Secondo la Costituzione iraniana le donne hanno pari diritti e opportunità degli uomini, a patto che coprano i capelli con l’hijab e il resto del corpo con abiti non succinti. In realtà, con il tempo la condizione delle donne iraniane è peggiorata e molti dei loro diritti sono stati ridotti o completamente eliminati; ad esempio, oggi una donna iraniana non può cantare a meno che non faccia un duetto con un uomo, non può ballare, non può indossare gli abiti che preferisce e non può ricevere un’eredità adatta.
Per fare in modo che queste limitazioni vengano rispettare c’è la polizia morale. Il loro compito è quello di fermare chi va contro i dettami del Corano; chi viene arrestato dalla polizia morale, viene portato in centri di correzione, in cui oltre alle lezioni sul Corano, spesso non mancano delle punizioni fisiche come le flagellazioni.
Il 15 settembre 2022 Masha Amini ha perso la vita a soli 22 anni dopo dopo essere stata in coma per diversi giorni a causa delle punizioni imposte dalla polizia morale; la sua colpa è stata quella di aver indossato in maniera sbagliata l’hijab. Da allora in Iran vanno avanti le proteste di numerose donne che decidono di sfidare la polizia togliendosi il velo, tagliandosi i capelli e gridando “Donna, vita, libertà“.