Il leader degli Houthi avverte l’Italia: la partecipazione a operazioni contro lo Yemen potrebbe renderla un bersaglio.
Mohamed Ali al-Houti, figura di spicco del movimento Ansar Allah – noto come gli Houthi – ha lanciato un avvertimento all’Italia riguardo la sua potenziale partecipazione a operazioni militari contro lo Yemen. Il nostro Paese potrebbe diventare un bersaglio se si unirà all’aggressione: “Il suo coinvolgimento sarà considerato un’escalation”, afferma al-Houti.
La posizione dell’Italia nel Mar Rosso
La situazione nello Yemen è complessa e prolungata, con gli Houthi che controllano gran parte del paese dal 2014. La guerra civile ha causato una grave crisi umanitaria, con interventi militari esterni che hanno ulteriormente complicato il quadro.
Come ha fatto sapere nei giorni scorsi il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, l’Italia sta valutando la partecipazione all’operazione Aspides, con l’obiettivo di proteggere le navi commerciali dagli attacchi. Si tratta di una missione, voluta dall’Ue, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso.
Questa mossa però viene vista dagli Houthi come un’aggressione diretta, con il capo del movimento di ispirazione sciita, Mohamed Ali al-Houti, che critica apertamente gli attacchi angloamericani contro lo Yemen, definendoli illegali e un terrorismo deliberato.
La minaccia degli Houthi: “Diventerà un bersaglio”
Gli Houthi hanno esteso il loro messaggio anche agli altri paesi europei, consigliando di esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. “L’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un’escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace”, minaccia al-Houti in un’intervista a Repubblica.
“Consigliamo all’Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare. Non c’è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini”, incalza il leader di Ansar Allah. Inoltre, ha negato l’esistenza di un blocco nel Mar Rosso.
“Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele, che si dirigono verso porti occupati, di proprietà di israeliani, o entrano nel porto di Eilat. Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso”, ci tiene a precisare.
Per cui, se gli Stati Uniti invieranno truppe nello Yemen, “dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam. Il nostro popolo è resiliente, pronto e ha varie opzioni per sconfiggere strategicamente gli americani nella regione”, conclude Mohamed Ali al-Houti.