La procura belga ha avviato le indagini sul Huawei Gate, dietro al quale ci sarebbe un italo-belga. Gli aggiornamenti sul caso.
Dopo una serie di indagini condotte su quello che è stato definito Huawei-gate, la procura belga avrebbe individuato la mente della rete, individuandola in un italo-belga, il quale avrebbe organizzato lo scandalo di corruzione che ha scosso profondamente Bruxelles. I dettagli.
Huawei-gate, chi si nasconde dietro lo scandalo
Il Parlamento europeo viene travolto da un nuovo scandalo dopo il Qatargate. Un gruppo di poliziotti belgi, infatti, giovedì mattina, ha effettuato 21 perquisizioni a Bruxelles e in altre zone del Paese in relazione ad un’indagine su una presunta rete di corruzione che sarebbe stata organizzata al fine di promuovere gli interessi della Huawei, nota azienda cinese che si occupa di telecomunicazioni.

Secondo quanto emerso dalle indagini portate avanti dalla polizia, dunque, dietro questa rete ci sarebbe un italo-belga, secondo quanto riporta BruxellesToday.
La prima notizia in merito all’indagine è stata lanciata da Le Soir, insieme anche al consorzio di giornalisti investigativi follow the money e a Knack.
Il lobbista che avrebbe organizzato lo scandalo
Secondo quanto riporta Le Soir, dunque, il lobbista che si nasconderebbe dietro lo scandalo sarebbe Valerio Ottati, che – secondo il giornale – sarebbe stato “l’obiettivo principale dell’operazione giudiziaria“, condotta dalla polizia belga.
L’uomo, di origine italiana, è nato a Woluwe-Saint-Pierre, un comune della regione di Bruxelles, ha 41 anni e ricopre, dal 2019, il ruolo di direttore degli affari pubblici di Huawei in Unione Europea.
In precedenza, Ottati ha lavorato come assistente parlamentare di due ex europarlamentari italiani e, secondo quanto appurato nel corso delle indagini, non non era affatto un tecnico e sarebbe stato assunto da Huawei, per via delle conoscenze acquisite durante gli anni di lavoro trascorsi in Parlamento europeo, secondo quanto dichiarato da una fonte intervistata da Follow The Money.