L’introduzione dei dazi USA provoca un forte calo nelle Borse europee, con Piazza Affari in ribasso del 3,41%.
Nel complesso scenario economico internazionale, le tensioni commerciali hanno spesso rappresentato un fattore di instabilità per i mercati finanziari, come i dazi di Trump. Le politiche protezionistiche adottate da alcune nazioni possono influenzare significativamente l’andamento delle Borse, generando incertezze tra gli investitori.

Reazioni dei mercati europei
Recentemente, l’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti ha innescato una serie di reazioni a catena sui mercati globali. Le misure tariffarie, mirate a proteggere l’economia interna, hanno avuto ripercussioni immediate sulle principali piazze finanziarie. In particolare, le Borse europee hanno registrato flessioni significative, riflettendo le preoccupazioni degli operatori riguardo alle possibili conseguenze di una guerra commerciale su larga scala.
Le principali Borse europee hanno chiuso in netto calo, evidenziando la sensibilità dei mercati alle tensioni commerciali. A Milano, Piazza Affari ha registrato una contrazione del 3,41%, con l’indice Ftse Mib sceso a 37.736 punti. Tra i titoli più penalizzati, Stellantis ha subito una flessione del 10,1%, STMicroelectronics dell’8,3% e Iveco del 7,7%.
Anche le altre principali piazze europee hanno subito perdite: Francoforte ha chiuso in ribasso del 3,54%, Parigi dell’1,85% e Londra dell’1,27%. Questi dati sottolineano come le preoccupazioni legate ai dazi americani abbiano influenzato negativamente l’intero panorama finanziario europeo.
Ripercussioni su Wall Street
Oltre all’Europa, anche gli Stati Uniti hanno avvertito gli effetti delle tensioni commerciali. Wall Street ha aperto in territorio negativo, con lo S&P 500 che ha perso l’1,14%, annullando i guadagni accumulati dall’elezione del 5 novembre . Il Dow Jones ha ceduto l’1,26%, mentre il Nasdaq ha registrato una flessione dell’1,06%. Questi dati evidenziano come le politiche tariffarie possano avere effetti destabilizzanti anche sul mercato interno statunitense.
Le misure protezionistiche hanno avuto un impatto particolarmente significativo su alcuni settori industriali. Il comparto automobilistico è stato tra i più colpiti, con Stellantis che ha registrato una perdita dell’11% in Borsa. Anche altri produttori, come BMW, Mercedes, Renault, Porsche e Volkswagen, hanno subito flessioni comprese tra il 2,3% e il 4% . Questo trend riflette le preoccupazioni riguardo all’aumento dei costi di produzione e alla possibile riduzione della domanda in un contesto di crescenti barriere commerciali.
Risposte internazionali alle misure tariffarie
Le nazioni colpite dai dazi statunitensi non sono rimaste passive. Il Canada ha annunciato l’introduzione di tariffe del 25% su 155 miliardi di dollari di merci americane, in risposta alle misure adottate da Washington . Anche il Messico ha dichiarato l’intenzione di applicare contromisure tariffarie, sottolineando la necessità di difendere la propria economia. La Cina, dal canto suo, ha annunciato l’introduzione di dazi aggiuntivi su una serie di prodotti statunitensi, tra cui soia, carne di maiale e altri beni agricoli.
Le recenti tensioni commerciali hanno evidenziato la fragilità dei mercati finanziari di fronte a politiche protezionistiche. L’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti ha innescato una serie di reazioni a catena, con ripercussioni significative sia sulle Borse europee che su Wall Street. La risposta delle nazioni colpite, attraverso l’introduzione di contromisure tariffarie, suggerisce l’avvio di una guerra commerciale che potrebbe avere conseguenze di vasta portata sull’economia globale. La situazione attuale richiede attenzione e monitoraggio costante, poiché l’evoluzione di queste dinamiche influenzerà inevitabilmente le prospettive economiche future.