I documenti di Giulio Regeni nelle mani degli inquirenti italiani. Attesa per il vertice tra le Procure.
ROMA – I documenti di Giulio Regeni nelle mani degli inquirenti italiani. A distanza di tre anni dalla richiesta dei genitori, gli investigatori hanno inviato a Roma tutti gli oggetti appartenenti al giovane ricercatore sequestrato e ucciso al Cairo nel 2016.
Nelle prossime ore ci potrebbe essere una convocazione per i genitori del ragazzo per effettuare un riconoscimento degli effetti personali. La restituzione è arrivata a pochi giorni dal colloquio tra al-Sisi e il premier Conte.
Attesa per il vertice tra le Procure
Sono giorni di attesa per i genitori di Giulio. Il 1° luglio è in programma un nuovo vertice (a distanza di oltre un anno dall’ultimo n.d.r.) tra le due Procure per fare il punto sulle indagini sulla morte del ricercatore.
Una videoconferenza per capire come si sono mossi gli investigatori egiziani in questo periodo. Gli inquirenti italiani sono pronti a chiedere il domicilio degli indagati per cercare di dare una svolta a questa indagine e arrivare il prima possibile alla verità sulla morte di Giulio. Una vicenda che ha raffreddato i rapporti tra Roma e il Cairo, come confermato anche dal premier Conte nell’audizione in Commissione.
L’impegno del premier Conte
Il premier Conte in Commissione ha ribadito il suo impegno in prima persona per arrivare alla verità sulla morte di Giulio Regeni. Sono passati oltre quattro anni da quel febbraio e le indagini non hanno visto la conclusione.
Gli inquirenti italiani nel prossimo vertice con gli investigatori egiziani cercheranno di dare una svolta all’inchiesta chiedendo il domicilio delle persone iscritte sul registro degli indagati. Un possibile passo avanti in questa indagine che è stata iniziata subito dopo la morte di Giulio avvenuta al Cairo tra gennaio e febbraio del 2016.