Nell’attesa di un provvedimento ufficiale sul price cap, il Consiglio europeo ha emanato alcuni provvedimenti per arginare il caro bollette.
Nonostante ancora non si sia giunti ad un accordo definitivo in seguito alla proposta del price cap, il Consiglio europeo ha comunque emanato delle misure nel tentativo di limitare – per quanto possibile – il problema del caro bollette che attanaglia il portafogli di aziende e famiglie.
L’impennata dei costi energetici, nonché dei carburanti e degli alimenti negli scaffali dei supermercati, ha decretato la chiusura di numerose imprese. Per questo motivo, il Consiglio europeo ha emanato alcuni provvedimenti per arginare il problema. Gli effetti di alcuni provvedimenti non si vedranno istantaneamente, ma nel lungo termine serviranno ad apportare dei vantaggi.
La tregua tra gli Stati dell’Unione europea ha innanzitutto decretato la diminuzione del prezzo del gas al Tft, cioè il mercato all’ingrosso del combustibile naturale con sede nei Paesi Bassi (-9%). Invece, per quanto riguarda l’Italia, si va verso l’acquisto di gas naturali. I Paesi che aderiranno al patto saranno tenuti a comprare almeno un 15% di gas per rifornire le proprie riserve.
L’accordo con la Germania
L’aut-aut sulla scelta di porre un tetto al prezzo del gas di Mario Draghi, ex premier italiano, ha determinato invece uno scontro con la Germania. Per questo motivo è sorta la necessità di stabilire un accordo con i tedeschi, che temevano che il price capo potesse dirottare in altri Paesi le esportazioni di gas via nave. Da qui la scelta di un tetto dinamico. Nella fattispecie il tetto dinamico consiste nell’abolizione del limite massimo, fissando comunque un valore di riferimento. Lo scopo è quello di limitare le speculazioni.
Taglio dei consumi, modifica del Tft e fondi di coesione
Anche l’indice di riferimento per il costo del gas in Europa gestito dai Paesi Bassi (ovvero il Ttf) dovrà essere modificato. Tra le varie problematiche, gli scambi sono troppo limitati e non riflettono il reale valore di mercato. Inoltre il Ttf risulta fortemente influenzato dagli investitori finanziari che continuamente lo alterano. Allentando la componente finanziaria potrebbe essere possibile ridurre i costi.
Tra le altre misure il taglio dei consumi fino al 15%. Si tratta di un’opzione estrema, di cui tenere comunque conto. Una ulteriore agevolazione consiste nella possibilità di disporre dei fondi di coesione 2014/2020 ancora non utilizzati. Nella fattispecie, si tratta di un massimo di 40 miliardi di euro.