L’Arabia Saudita rivede i piani sul petrolio: il crollo dei consumi e la concorrenza impediscono il ritorno a 100 dollari al barile.
L’Arabia Saudita ha abbandonato l’obiettivo dei 100 dollari al barile, ammettendo che non sarà raggiungibile né entro la fine del 2024 né nell’anno successivo. Questa ammissione rappresenta un cambiamento importante per il regno, che ha sempre considerato questa soglia come fondamentale per mantenere i conti pubblici in equilibrio. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Riad è ora pronta a interrompere la politica dei tagli alla produzione che aveva implementato per sostenere artificialmente i prezzi, segnalando un cambio di strategia.
La decisione di aumentare la produzione di petrolio arriva in un momento di debolezza del mercato globale, influenzato da una domanda in calo soprattutto in Cina, il maggiore consumatore di greggio al mondo. Il Brent, principale indicatore del prezzo internazionale del petrolio, è sceso sotto i 70 dollari al barile, molto lontano dalla media di 99 dollari del 2022. La combinazione di una domanda debole e dell’aumento della produzione da parte di Paesi come gli Stati Uniti ha esercitato ulteriore pressione al ribasso sui prezzi.
La concorrenza globale e le nuove sfide del mercato petrolifero
Il contesto globale presenta nuove sfide per l’Arabia Saudita, che deve difendere la propria quota di mercato in un ambiente sempre più competitivo. La produzione mondiale ha superato i 100 milioni di barili al giorno, e nuovi attori come la Guyana stanno emergendo come importanti produttori di petrolio. A ciò si aggiunge la concorrenza di altri Paesi membri dell’OPEC+, come l’Iraq e il Kazakistan, che hanno aumentato la loro produzione per approfittare delle opportunità di mercato mentre Riad tagliava l’estrazione.
Di fronte a queste difficoltà, l’Arabia Saudita ha deciso di incrementare gradualmente la propria produzione a partire da dicembre 2024, con l’obiettivo di aumentare di un milione di barili al giorno entro il 2025. Questa strategia mira a evitare un ridimensionamento del mercato potenziale del regno e a preservare la propria posizione dominante nel settore petrolifero.
La scommessa sul futuro: diversificazione e sostenibilità economica
Il principe ereditario Mohammad bin Salman spera che la diversificazione economica promossa dal piano Saudi Vision 2030 possa ridurre la dipendenza del paese dal petrolio, mitigando gli effetti delle fluttuazioni dei prezzi sul bilancio nazionale. Con un “tesoretto” accumulato durante gli anni di crisi energetica, l’Arabia Saudita si prepara a gestire una fase di incertezza e maretta economica, puntando su investimenti in settori non petroliferi.
Il futuro resta incerto: l’Arabia Saudita dovrà valutare se il livello dei 100 dollari al barile è ancora indispensabile o se nuove efficienze e tecnologie potranno consentire al regno di prosperare anche con un target più basso. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se la strategia di Riyad sarà vincente o se richiederà ulteriori aggiustamenti.