I virus degli "antenati" e il cancro: una scoperta rivoluzionaria
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Direttore: Alessandro Plateroti

I virus degli “antenati” e il cancro: una scoperta rivoluzionaria

Coronavirus

Un nuovo studio rivela che i retrovirus endogeni, frammenti di DNA di virus antenati, possono influenzare lo sviluppo del cancro.

Nel genoma umano, tra i circa 20.000 geni che costituiscono i mattoni della vita, si trovano frammenti di DNA lasciati da virus che infettarono i nostri antenati milioni di anni fa e che oggi potrebbero contribuire allo sviluppo del cancro.

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Un recente studio condotto dalla University of Colorado Boulder e pubblicato su “Science Advances” ha rivelato che questi frammenti di genoma virale antico, noti come retrovirus endogeni, potrebbero avere un ruolo significativo nella sopravvivenza e proliferazione dei tumori moderni.

Coronavirus Covid
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Retrovirus endogeni: un interruttore per i geni del Cancro

I retrovirus endogeni, integrati nel nostro DNA da antiche infezioni virali, sono stati a lungo considerati DNA inerte o “spazzatura“. Tuttavia, il nuovo studio suggerisce che quando questi frammenti vengono “risvegliati”, possono agire come interruttori che attivano geni vicini, inclusi quelli che possono promuovere il cancro.

Alcuni retrovirus endogeni hanno persino contribuito a importanti processi evolutivi, come lo sviluppo della placenta e la risposta immunitaria ai virus moderni.

Edward Chuong, autore senior dello studio e docente del BioFrontiers Institute, ha evidenziato che circa l’8% del genoma umano è composto da retrovirus endogeni. Questi virus antichi si sono infiltrati nelle cellule dei nostri antenati, integrandosi nel DNA e venendo trasmessi alle generazioni successive. Nonostante non possano più produrre virus funzionali, possono ancora influenzare l’attivazione dei geni.

Per esplorare il loro ruolo nel cancro, Chuong e il ricercatore associato Atma Ivancevic hanno analizzato dati genomici di 21 tipi di cancro umano. Hanno scoperto che un lignaggio specifico di retrovirus endogeno, chiamato LTR10, è particolarmente attivo in vari tumori, come quello al polmone e al colon. Analisi ulteriori di tumori colorettali hanno mostrato che LTR10 era attivo in circa un terzo dei casi.

Silenziare i retrovirus endogeni per migliorare i trattamenti

Utilizzando la tecnologia di editing genetico Crispr, il team ha silenziato le sequenze del retrovirus LTR10 nelle cellule tumorali. I risultati hanno mostrato che, disattivando questo retrovirus, si inattivavano anche geni critici per lo sviluppo del cancro, come XRCC4. Esperimenti su topi hanno confermato che rimuovendo LTR10, i trattamenti per ridurre i tumori risultavano più efficaci.

Chuong ha spiegato che “le cellule tumorali esprimono molti geni che non dovrebbero essere attivi, ma non è chiaro cosa li attivi“. Ora, sembra che molti di questi geni siano accesi da antichi retrovirus. In particolare, LTR10 sembra influenzare la via delle Map-chinasi, una via cellulare riprogrammata negativamente in molti tumori. I farmaci che inibiscono le Map-chinasi potrebbero funzionare in parte disattivando questi retrovirus. Come riportato da adnkronos.com

Gli autori dello studio notano che solo questa famiglia di retrovirus regola fino a 70 geni associati al cancro. Altri lignaggi di retrovirus potrebbero influenzare diverse vie che promuovono vari tipi di tumori.

Con l’invecchiamento, le difese genomiche delle persone potrebbero deteriorarsi, permettendo ai virus antichi di riattivarsi e contribuire a problemi di salute. “Le origini delle malattie cellulari sono sempre state un mistero“, conclude Chuong, “ma i retrovirus endogeni potrebbero essere una parte importante della soluzione”. Come riportato su adnkronos.com

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ultimo aggiornamento: 18 Luglio 2024 11:32

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