Il funerale di Vittorio Emanuele, Ignazio La Russa al centro del dibattito: tra dovere istituzionale e sfere private.
In un contesto politico dove il bon ton sembra riacquistare un posto eccezionale di rilievo, la recente visita fatta da Ignazio La Russa, in qualità di seconda carica dello Stato, al feretro di Vittorio Emanuele si colloca in una zona grigia tra il pubblico e il privato.
La visita “semi-pubblica” di Ignazio La Russa
Alberto Cirio, il governatore della Regione Piemonte, e Stefano Lo Russo, il sindaco di Torino, hanno preferito etichettare l’evento come un momento strettamente privato, evitando così di innescare diverse controversie a livello istituzionale.
Le dichiarazioni ufficiali, veicolate attraverso i portavoce José Urso e Carola Quaglia, ribadiscono la natura privata della visita, sottolineando un desiderio comune di mantenere un clima di rispettoso silenzio attorno all’accaduto.
Silvia Fregolent non è d’accordo: “Se la sarebbe potuta risparmiare”
La visita di Ignazio La Russa al feretro di Vittorio Emanuele ha suscitato reazioni variegate all’interno del panorama politico. Da una parte, Jacopo Rosatelli, assessore comunale, ha espresso: “Se La Russa si fosse recato in visita ufficiale avrebbe commesso un gesto grave e incompatibile con il suo ruolo“.
D’altra parte, Silvia Fregolent, parlamentare di Italia Viva, pur comprendendo le motivazioni dietro la scelta di La Russa, ha messo in discussione: “La persona incarna l’istituzione e la visita se la sarebbe potuta risparmiare, ma lo dico senza polemica“.
Parallelamente, Fregolent ha colto l’occasione per riconoscere il contributo storico della Casata dei Savoia all’unità e alla modernizzazione dell’Italia, evidenziando la loro capacità di trascendere le divisioni e promuovere l’integrazione culturale e religiosa: “Loro hanno unito l’Italia, ma non solo. Ricordo, ad esempio, la modernità dello Statuto Albertino, e la lungimiranza di alcuni sovrani. Guardi, proprio ora sto guidando e sto transitando sotto la Mole Antonelliana“.