Ombre sul calcolo della pena, il boss pluriomicida Paviglianiti lascia il carcere dopo 23 anni di detenzione. Originariamente era stato condannato all’ergastolo.
Per un errore di calcolo della pena, Domenico Paviglianiti, boss pluriomicida, è libero dopo essere stato scarcerato (per la seconda volta in pochi mesi) per fine pena. Si tratta della seconda volta in due mesi.
Paviglianiti, boss pluriomicida, libero per pasticci nel calcolo della pena
Paviglianiti era stato arrestato in Spagna nel 1996. La sua condanna all’ergastolo era stata commutata in trent’anni di detenzione. L’uomo era stato liberato lo scorso agosto salvo poi essere nuovamente fermato quarantotto ore dopo su richiesta della Procura di Bologna per una revisione nel conteggio della pena. La difesa del boss ha presentato istanza chiedendo la liberazione. La richiesta è stata accolta il 18 ottobre.
Paviglianiti è stato quindi liberato due volte nel giro di pochi mesi. L’ultima volta ha lasciato il carcere in via definitiva per la fine della pena. O presunta fine della pena perché nel vortice di norme e ricorsi ancora non si è riusciti a fare luce sulla vicenda.
Dall’ergastolo ai 30 anni di detenzione (che poi sono stati 23)
Il nodo è legato al fatto che la sua condanna all’ergastolo ostativo era stata commutata a una pena a trent’anni di reclusione. Il computo ha considerato scontata la condanna nonostante Paviglianiti abbia trascorso appena 23 anni in cella.
La pena era stata commutata in quanto l’Italia non avrebbe rispettato l’accordo stipulato con la Spagna, che prevedeva che il latitante non fosse condannato al carcere a vita, ossia all’ergastolo, che all’epoca del trattato siglato non era contemplato dalla legislazione spagnola.
I centosessantotto anni di carcere erano scesi al tetto massimo (previsto in Italia) di trenta anni di reclusione. A questo punto, con la detrazione di tre anni per un indulto e di cinque anni di liberazione anticipata, l’uomo ha lasciato la cella dopo 23 anni di detenzione.
La procura di Bologna presenta ricorso in Cassazione
La Procura di Bologna, di fronte al caso spinoso, ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo che il soggetto torni in carcere.