Il caso delle mascherine cinesi: indagini e sospetti su Irene Pivetti

Il caso delle mascherine cinesi: indagini e sospetti su Irene Pivetti

L’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è accusata di aver importato mascherine inutilizzabili dalla Cina.

L’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è al centro di un’inchiesta che ha scosso l’opinione pubblica, accusata di aver importato mascherine di bassa qualità dalla Cina durante la fase più cruenta della pandemia, la vicenda ha sollevato numerose domande sulla sua integrità e sulle possibili ripercussioni per la salute pubblica.

Le accuse e l’inchiesta

Secondo le indagini condotte dalla Procura di Busto Arsizio, Pivetti avrebbe collaborato con l’imprenditore Luciano Mega per fornire alla Protezione Civile, e ad altre entità pubbliche e private, mascherine FFP2 e chirurgiche che non rispettavano gli standard minimi di qualità imposti dall’Unione Europea e dalla Repubblica Popolare Cinese. Queste mascherine, oltre ad essere inutilizzabili, sarebbero state dannose per la salute.

Il valore delle mascherine e le transazioni sospette

Le mascherine importate avevano un valore di 10 milioni di euro, pur essendo state acquistate per un valore complessivo di 35 milioni. Ma la vicenda non si ferma qui. Altre accuse gravano su Irene Pivetti e i suoi collaboratori, tra cui frode in forniture pubbliche, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. Si sospetta anche che ingenti somme di denaro siano state trasferite all’estero, passando per India, Romania, Ungheria e Cina, attraverso società di comodo.

Oltre a Irene Pivetti e Luciano Mega, anche la figlia e il genero dell’ex presidente della Camera sono sotto indagine. Si ritiene che abbiano avuto un ruolo nella gestione dei fondi e nelle transazioni sospette. La società Only Italia, di cui Pivetti era presidente, è al centro delle indagini per le sue attività finanziarie e le possibili irregolarità nel bilancio.

La vicenda delle mascherine importate dalla Cina ha messo in luce possibili irregolarità e comportamenti scorretti da parte di figure pubbliche di spicco durante la fase principale della pandemia covid-19. L’inchiesta è ancora in corso e si attendono ulteriori sviluppi.