Il caso di Denise Pipitone segue la pista della Valtellina

Il caso di Denise Pipitone segue la pista della Valtellina

Denise Pipitone scomparsa a quattro anni. Ma ecco una nuova pista, l’avvocato Frattizza: “Ho ricevuto una mail criptata”.

Diciotto anni da quando la piccola Denise Pipitone è scomparsa quel pomeriggio da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Il caso non è mai stato chiuso, e in questi anni sono stati tanti gli aggiornamenti e le piste seguite nella speranza di ritrovare quella che oggi avrebbe 22 anni. L’avvocato della famiglia, Giacomo Frazzitta, porta alla luce una novità risalente al 2004.

Denise Pipitone Piera Maggio

Dopo 18 anni dalla scomparsa di Denise Pipitone, il caso resta ancora aperto. L’ultimo video che riprendeva una ragazza che si faceva chiamare “Danase” fece scalpore, ma purtroppo l’esito finale è stato negativo. Tante le piste seguite nel tentativo di ritrovare quella che all’epoca era solo una bambina di 4 anni, come l’ultimo annuncio che sollevava nuovamente la pista Rom.

La foto di Danas

L’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, che segue la vicenda della piccola, dichiara dei nuovi aggiornamenti. La storia su cui si fa luce risale all’aprile del 2005. Una ragazza kosovora di nome Gijlia, che oggi ha 35 anni, all’epoca aveva mostrato ad una signora egiziana la foto di una bambina di nome Danas e della sua presunta madre, Shakira.

Questa bambina somiglia molto a Denise Pipitone, e inoltre mostrava una cicatrice sulla guancia e parlava italiano, pur essendo in una comunità kosovara. Il riferimento è all’immagine ripresa da una guardia giurata di Milano.

L’avvocato Frattizza

Di Gijlia non si hanno tracce probabilmente perché la sua famiglia si trova in Germania da cinque anni. Ma questa cosiddetta Shakira aveva parenti e conoscenti in Valtellina, motivo per cui Frazzitta spiega: “Stiamo cercando la bambina di Milano. Se non fosse stata Denise, non riesco a capire il motivo per il quale non si fa trovare, ma non sappiamo se è lei. Non riusciamo a rintracciarla. Le verifiche comunque andavano fatte all’epoca, quando arriva la segnalazione, questa indagine è rimasta monca”.

L’avvocato ha ammesso di essere stupito dal fatto che questa pista non è stata presa in considerazione all’epoca, rivelando anche una novità: “Ho ricevuto da un servizio mail di posta criptata un messaggio sulla mail dello studio estremamente puntuale. Era molto telegrafico con una serie di informazioni, un indirizzo e una indicazione specifica. Stiamo cercando di arrivare a qualcosa. Se ci può dire qualcosa di più non sarebbe male. Se è una persona a conoscenza di questa nostra ricerca, potrebbe dirci di più, anche tramite questo metodo. Non è detto che porti ad un risultato, ma è un’indagine che è rimasta monca, quindi va completata”.

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