Il caso Elisa Claps e l’Arcidiocesi di Potenza: tra polemiche e ricerca della verità

Il caso Elisa Claps e l’Arcidiocesi di Potenza: tra polemiche e ricerca della verità

Elisa Claps: l’intervento dell’Arcivescovo Salvatore Ligorio, la controversa figura di Don Mimì Sabia, e la ferma opposizione di Gildo Claps.

Il caso di Elisa Claps, la giovane scomparsa nel 1993 e ritrovata morta nel 2010 nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza, continua a generare discussioni e polemiche. L’arcivescovo Salvatore Ligorio, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha preso posizione sulla vicenda, annunciando l’imminente pubblicazione di un dossier dettagliato. Questo documento, come spiegato da Ligorio, includerà sentenze, documenti e allegati mirati a chiarire le controversie e le false notizie circolate nel corso degli anni.

L’arcivescovo ha sottolineato l’impegno costante dell’Arcidiocesi nella ricerca della verità e nella collaborazione con le autorità e la famiglia Claps. Ha ricordato anche i numerosi incontri avuti con la famiglia Claps, sebbene ci siano state incomprensioni e diffidenze, in particolare da parte di Gildo Claps, fratello di Elisa.

Funerali Elisa Claps

Don Mimì Sabia e la sua controversa figura

Una figura centrale nelle polemiche è Don Mimì Sabia, parroco della Santissima Trinità all’epoca della scomparsa di Elisa. L’arcivescovo Ligorio ha espresso un giudizio cauto su di lui, descrivendolo come un sacerdote di “vecchio stampo”, forse non pienamente consapevole delle implicazioni del suo ruolo nella comunità. Secondo Ligorio, se Don Mimì fosse stato a conoscenza della presenza del cadavere di Elisa nel sottotetto, non avrebbe retto al peso della verità.

Un fronte di inconciliabilità

Dall’altra parte, Gildo Claps, dopo l’intervista all’arcivescovo, ha manifestato una posizione di netta rottura. Dichiarando impraticabile una riconciliazione con l’Arcidiocesi di Potenza e con l’arcivescovo Ligorio, Gildo Claps ha espresso il desiderio di dialogare solo con i livelli più alti del Vaticano. Inoltre, ha sottolineato che non ci sono richieste economiche da parte della famiglia, ma piuttosto la necessità di trovare una soluzione morale e giustificativa a questa lunga e dolorosa vicenda.

In conclusione, il caso di Elisa Claps rimane un simbolo di una ricerca travagliata di verità e giustizia. L’Arcidiocesi di Potenza, guidata dall’arcivescovo Salvatore Ligorio, si impegna a fare chiarezza, mentre la famiglia Claps, rappresentata dal fratello Gildo, chiede un dialogo diretto con il Vaticano, segnando una netta divisione tra le parti. Questa storia, che ha commosso l’Italia, continua a essere un punto di riferimento nella lotta per la giustizia e la trasparenza, richiamando l’attenzione di tutta la comunità nazionale.

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