Il Forum Automotive 2025 svela i nodi cruciali del settore auto in Europa: dalle politiche UE sulla CO2 al confronto con l’industria cinese.
Negli ultimi anni, l’industria auto europea ha attraversato trasformazioni epocali. A scandire il cambiamento sono stati eventi globali come la pandemia, il conflitto in Ucraina e l’evoluzione delle normative ambientali. In questo scenario turbolento, il comparto dell’automotive in Europa si ritrova a un vero e proprio bivio. Il futuro dipenderà dalla capacità di rispondere a sfide che intrecciano tecnologia, geopolitica e sostenibilità.

Sfide interne ed esterne: tra transizione e difesa
Una delle pressioni più forti arriva dalle politiche ambientali dell’Unione europea, che spingono verso una transizione ecologica accelerata. Le case automobilistiche sono chiamate a ridurre drasticamente le emissioni di CO2, mentre si avvicina la scadenza del 2035, anno in cui sarà vietata la vendita di nuove auto a benzina e diesel. Anche se Bruxelles ha concesso una tregua posticipando le sanzioni sulle emissioni di tre anni, la strada resta irta.
Parallelamente, l’Europa discute del possibile riarmo industriale, ma gli esperti avvertono: il settore militare non potrà colmare il vuoto di una filiera automobilistica in crisi. L’automotive è un pilastro dell’economia europea e, in particolare, di quella italiana. Non basta riorientare le produzioni: occorre salvaguardare competenze, occupazione e competitività.
Un barlume di speranza arriva dall’apertura agli e-Fuel e ai biocarburanti, che potrebbero garantire una sopravvivenza tecnologica ai motori termici oltre il 2035. Questa flessibilità, se confermata, darebbe tempo prezioso al settore per affrontare la transizione verso l’elettrico con maggiore equilibrio.
L’avanzata cinese scuote il Vecchio Continente
Ma la vera incognita per il futuro è l’avanzata della Cina. I marchi cinesi stanno guadagnando terreno grazie a una maggiore rapidità nei processi decisionali e all’integrazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale. Il Dieselgate, il Covid e la crisi energetica hanno spianato la strada al Dragone, che oggi rappresenta il concorrente più temuto.
Ecco perché, al Forum Automotive, la preoccupazione è tangibile: l’industria dell’auto europea rischia di perdere terreno se non saprà adattarsi rapidamente.