Discriminazione nel calcio italiano: il razzismo a seconda del colore della maglia, in questo caso tra Juventus e Lazio.
Il calcio italiano affronta ancora una volta il razzismo e la discriminazione, ma questa volta si tratta di una discriminazione basata sul colore della maglia delle squadre. Le recenti sentenze del giudice sportivo Mastrandrea dopo la partita Juventus-Inter mettono in evidenza una disparità di trattamento ingiustificabile.
Nel caso dei cori antisemiti rivolti dai tifosi della Lazio ai romanisti durante il derby del 19 marzo, il giudice ha sancito la chiusura della curva della Lazio per un turno, ma ha sospeso la sanzione per un anno, senza conseguenze immediate. Invece, per episodi simili avvenuti nella curva della Juventus, Mastrandrea ha chiuso un settore dello stadio bianconero senza esitazione, in vista della gara con il Napoli.
La disparità di trattamento non ha alcuna giustificazione, a meno che l’antisemitismo non sia considerato meno grave del razzismo, ma questo è impensabile. Inoltre, episodi di discriminazione contro i giocatori della Juventus rimangono impuniti in molti stadi italiani.
Il caso dei biancocelesti
Nel caso della Lazio, il giudice ha concesso la condizionale per la collaborazione della società nell’identificazione dei responsabili. Tuttavia, è importante notare che la Juventus ha intrapreso iniziative concrete contro razzismo e discriminazione, collaborando con l’UNESCO e garantendo una sorveglianza totale nel proprio stadio.
Il giudice sportivo deve spiegare anche la differenza di trattamento riguardo i comportamenti antisportivi dei giocatori nel post-derby d’Italia. Cuadrado è stato sanzionato con tre giornate di squalifica, mentre un gesto violento di Handanovic è stato ignorato.
Se la chiusura di una curva è una regola, deve valere per tutti, non solo per la Juventus. La squadra sta valutando un eventuale ricorso, perché è arrivato il momento di porre fine a queste ingiustizie e lottare per la giustizia sportiva e ordinaria.