Il ministro Giorgetti ha fatto sapere che il governo è a lavoro per un nuovo decreto.
Il governo Draghi affronterà la crisi energetica come se non fosse dimissionario. “Essere in carica per gli affari correnti non significa non avere poteri” chiarisce il ministro dello sviluppo economico Giorgetti al Corriere della Sera. La situazione si è aggravata e i partiti hanno chiesto un intervento urgente al premier Draghi per affrontare questo problema prima dell’autunno e del nuovo governo. “O mette in chiaro il ministro.
Rischiamo di avere bollette insostenibili, annuncia Giorgetti per il quale il problema nasce da prima della guerra che l’ha solo esasperato. Il ministro ribadisce che continuiamo ad usare meccanismi di mercato avendo dichiarato guerra commerciale alla Russia. Inoltre Giorgetti insiste sulla misura di sganciare il prezzo del gas a quello dell’elettricità perché l’energia elettrica viene da altre fonti meno costose.
Il ministro leghista pensa ad una risposta repubblicana
Il ministro dello Sviluppo economico però si dice pessimista sul tetto al prezzo del gas. Secondo Giorgetti l’atteggiamento di Olanda e Germania non cambierà. Ma l’Italia deve fare qualcosa perché “l’impatto generale sulla ricchezza del paese rischia di essere molto maggiore del costo di qualunque misura di sostegno”. La questione è molto seria e le misure potrebbero pesare per decine di miliardi ma si tratta di un’emergenza economica e sociale da cui parte anche l’inflazione, ricorda il ministro. E se le acciaierie italiane si fermano chi fornisce i materiali all’industria del Paese? Chiede Giorgetti.
Il ministro inoltre spera che si possa trovare una soluzione senza un piano di razionamento del consumo del gas. “Non siamo riusciti a avere un approccio comune come nell’acquisto dei vaccini e ora che i paesi che hanno più mezzi si arrangiano come possono” dichiara Giorgetti. “Trovo che a questa crisi serva una risposta repubblicana, tutti insieme. Ma dobbiamo rispondere” esorta.