Il governo si muove su un campo minato. Tanti dossier ‘spinosi’ e numeri a rischio in Senato

Il governo si muove su un campo minato. Tanti dossier ‘spinosi’ e numeri a rischio in Senato

Il governo deve affrontare tanti dossier spinosi con il problema dei numeri al Senato. La maggioranza rischia di ‘andare sotto’.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è chiamato a guidare il governo in una fase critica: da una parte deve accelerare per mettere in piedi il piano Rilancio, dall’altra i numeri al Senato costringono la coalizione di maggioranza a muoversi con estrema cautela, avanzando un (piccolo) passo alla volta per evitare clamorosi scivoloni.

Il governo rischia in Senato

L’allarma scatta al Senato, dove la maggioranza (M5s in particolare) perde pezzi, ossia senatori. L’ultimo caso è quello della Riccardi, che si è accasata alla Lega di Matteo Salvini. Se agli scontenti si aggiungono gli elementi non in regola con la storia dei rendiconti, la situazione potrebbe essere ingestibile.

Roma 24/03/2018 – elezione del Presidente del Senato della Repubblica Italiana / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Aula Senato Palazzo Madama

Rinviate le discussioni sui dossier spinosi

Al momento il governo temporeggia. Evita questioni potenzialmente divisive e di fatto rimanda il problema. Ma sono troppi i dossier spinosi che andranno affrontati in tempi brevi. Come quello sulle concessioni ad Autostrade, tanto per fare un esempio. E non è il tema più pericoloso che la coalizione di maggioranza dovrà affrontare nelle prossime settimane. Ex Ilva, decreti Sicurezza, Iva e così via.

Palazzo Chigi

Il ruolo dei responsabili

Un salvagente potrebbe essere lanciato al governo dai famosi responsabili di Forza Italia, che potrebbero sostenere da fuori la maggioranza. Una toppa che potrebbe non garantire la sopravvivenza del Conte Bis.

Il governo ‘messo a rischio’ dal Recovery fund

Il sospetto, che Conte non può ignorare, è che qualcuno possa provare a dare una spallata alla maggioranza.

Per quanto discussi e per quanto contestati, i fondi messi a disposizione dall’Unione europea fanno gola. E sono tanti i leader di partito che vorrebbero avere la responsabilità di spendere questi fondi per disegnare il Paese dei sogni. E ognuno ha i suoi di sogni. Insomma, i soldi del Recovery fund, che dovevano blindare il governo, pendono come una taglia sulla testa del premier.