Il Mes ‘in versione coronavirus’ conviene oppure no? Quali sono i pro e i contro? Perché nessuno vuole richiederlo per primo?
Il Mes, Meccanismo Europeo di Stabilità, è uno strumento di assistenza finanziaria. Nasce nel 2012 attraverso un accordo intergovernativo e da settimane è al centro del dibattito politico italiano. La domanda che divide il governo (e le Opposizioni) è una: conviene accettarlo oppure no?
Come funziona
Ma come funziona? Di fatto i fondi sono messi a disposizione degli Stati (della zona Euro) in difficoltà dal punto di vista economico.
Tali fondi sono messi a disposizione a determinate condizioni, e qui ci addentriamo nel terreno scivoloso che divide il mondo della politica.
Il denaro può essere prestato attraverso piani macro-economici o linee di credito. I critici del Mes sostengono che le condizioni siano troppo stringenti, un cappio al collo.
Il Mes versione Covid
Per far fronte all’emergenza coronavirus il Mes è stato rivisto. L’Ue mette sul piatto aiuti fino al 2% del Pil del Paese che richiede di accedere allo strumento. Per l’Italia parliamo di aiuti per trentasei miliardi di euro. I soldi andrebbero restituiti in dieci anni a tassi di interesse vantaggiosi, o comunque particolarmente bassi. Sui dieci anni, in base ai calcoli, gli interessi raggiungerebbero quota 360 milioni.
La condizione è che i soldi del Mes siano usati per finanziare le spese sanitarie collegate all’emergenza coronavirus.
Il Mes conviene?
Conviene accettare il Mes? La storia anche abbastanza recente, basti guardare alla Grecia, sconsiglierebbe il ricorso ai fondi. Atene è stata costretta ad avviare una politica all’insegna dell’Austerià con tagli su quasi tutti i settori.
Il Mes studiato per l’emergenza coronavirus ha una formula e una struttura differente. Non prevede la serie di obblighi imposti nella sua versione originaria.
Gli scettici non escludono che le regole possano cambiare in corsa, con un’interferenza dell’Ue sui tempi e le modalità di restituzione del prestito che potrebbe costringere il governo ad adottare una politica decisamente meno espansiva se non all’insegna dell’austerity. Insomma, la resa dei conti arriverebbe solo al momento della riattivazione del Patto di Stabilità.
C’è un altro contro non proprio indifferente. Sbottonarsi e richiedere l’attivazione del Mes, soprattutto per primi, significherebbe ufficializzare la crisi del Paese, con possibili contraccolpi anche sui mercati.
È vero anche che un Paese come l’Italia, dove il sistema sanitario è stato messo in ginocchio dai tagli, per fronteggiare una nuova crisi sanitaria i soldi del Mes farebbero comodo. Secondo alcuni sarebbero vitali.
Richiederlo o no? Al Parlamento l’ardua sentenza.