Comprendere la dicotomia tra crescita economica e mercati finanziari
Nel mondo della fisica esiste un principio secondo cui tutto ciò che sale deve inevitabilmente scendere. Sorprendentemente, questo principio trova applicazione anche nell’economia e nella finanza, sebbene a volte i due ambiti sembrino seguire percorsi opposti. Il dilemma nasce quando l’andamento dell’uno si contrappone a quello dell’altro. Idealmente, la crescita economica e la borsa dovrebbero muoversi di pari passo: l’economia cresce, le famiglie si arricchiscono, le imprese incrementano i loro profitti e gli investitori allocano più risorse in borsa.
Tuttavia, ci troviamo di fronte a un’economia che fatica a decollare, con una crescita dello zero virgola, mentre la borsa mostra una vivacità sostenuta, persistendo su livelli massimi storici. Perché accade ciò?
In un periodo di grande confusione come l’attuale, gli investitori internazionali non si limitano a valutare le condizioni economiche, ma esaminano con attenzione le condizioni delle imprese multinazionali che spesso anticipano il ciclo economico.
Un esempio è rappresentato dalle banche italiane, attualmente uno dei motori della Borsa Italiana. Nonostante un’elevata capitalizzazione di mercato, sorge spontanea la domanda: perché crescono se i tassi di interesse sono alti? Crescono perché tassi elevati aumentano il margine di intermediazione e di conseguenza i profitti delle banche, spingendo in alto l’indice di borsa. Ma questo non significa che l’economia non possa rimanere indietro. Prima o poi, i conti tendono a riequilibrarsi.
Bisogna anche prestare attenzione all’oro, da sempre considerato il rifugio per eccellenza, ora ai massimi storici. Questo riflette tendenze contrastanti: da una parte, vi è chi si protegge dal rischio di un crollo borsistico; dall’altra, la paura dell’inflazione.
Ma forse c’è un altro elemento da considerare: il sistema finanziario-bancario odierno sembra favorire gli investimenti finanziari ad alto rendimento a discapito degli investimenti produttivi. I prestiti alle imprese sono ai minimi storici e continuano a essere bassi a causa dell’alto costo del denaro. La forbice tra economia e finanza si sta allargando.
Ciononostante, vi è una speranza: che sia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia grazie all’entusiasmo che attualmente circonda le prospettive del sistema economico, si possa assistere a una convergenza fra economia e borsa, affinché possano tornare a marciare insieme.
Questa divergenza – e la potenziale convergenza – evidenzia un complesso intreccio tra realtà economiche e psicologia di mercato, offrendo uno spaccato affascinante sui meccanismi che guidano i nostri sistemi finanziari e la crescita economica.