Il piano per chi perde il Reddito di cittadinanza nel 2023
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Il piano per chi perde il Reddito di cittadinanza nel 2023

Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

I percettori del reddito di cittadinanza avranno solo 7 mensilità. E poi? Il governo interviene con un incentivo contributivo.

Per i percettori occupabili ci saranno d’ora in poi solo 7 mensilità, e il reddito di cittadinanza sarà concesso a patto che venga accettata la prima offerta di lavoro, anche non “congrua”. Gli interventi inseriti nella legge di bilancio includono, successivamente ai 7 mesi, un nuovo incentivo contributivo finalizzato a incentivare le assunzioni.

Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Leggi anche
Valditara: “Più tutele per l’alternanza scuola-lavoro”

Le nuove norme

Ormai è deciso, con il governo Meloni il reddito di cittadinanza resterà ai percettori occupabili solo per 7 mensilità e decade alla prima offerta di lavoro rifiutata, anche non “congrua”. Per i giovani tra i 18 e i 29 anni che non hanno terminato la scuola dell’obbligo, saranno predisposti dei corsi di formazione o riqualificazione professionale.

Dal 1° gennaio 2023 quindi il sussidio viene cancellato solo per coloro che sono tenuti a sottoscrivere il patto per il lavoro, hanno meno di 60 anni e nel cui nucleo familiare non ci sono disabili, minorenni o persone con più di 60 anni. Dal 2024 potrebbero esserci modifiche del reddito, assicurato in ogni caso per chi è “inabile” al lavoro.

“Non dare un sussidio, ma il lavoro”

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, sottolinea che il sistema del reddito di cittadinanza “ha fallito”. “Noi lo togliamo solo a chi può lavorare e si adagia nella sua condizione attuale. La vera sfida non è dare un sussidio, ma il lavoro. E le offerte non mancano, visto che le aziende cercano 500 mila lavoratori secondo Anpal-Unioncamere”.

Dopo il periodo di disoccupazione, quindi, è necessario trovare un lavoro. E la nuova legge di bilancio incentiva le assunzioni per gli attuali percettori del reddito, attraverso un’agevolazione contributiva, introdotta dalla legge 197/2022, per massimo 12 mesi (per assunzioni eseguite dal 1° gennaio al 31 dicembre).

Cos’è l’agevolazione contributiva

In poche parole, l’agevolazione abbatte interamente gli oneri previdenziali a carico del datore di lavoro, a eccezione del premio Inail, e può essere applicato entro il tetto di 8mila euro annui. Dal momento che la contribuzione a carico dei datori di lavoro è del 27%-28%, l’esonero contributivo potrà azzerare i costi previdenziali per retribuzioni annue complessive che si collocano tra i 28mila e i 29mila euro.

Per quote stipendiali superiori, i datori di lavoro dovranno pagare i contributi. Invece per i lavoratori part-time, il tetto degli 8mila euro annui dovrà essere proporzionalmente ridotto. L’incentivo può essere concesso anche ai privati che provvedono alla stabilizzazione di rapporti di lavoro instaurati a tempo determinato con i percettori di reddito di cittadinanza, ma non riguarda i rapporti di lavoro domestico.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 7 Gennaio 2023 15:58

Valditara: “Più tutele per l’alternanza scuola-lavoro”

nl pixel