Tasso di natalità in Italia: uno tra i più bassi al mondo

Tasso di natalità in Italia: uno tra i più bassi al mondo

Il tasso di natalità in Italia si attesta tra i più bassi al mondo. Il problema risiede nelle politiche che non favoriscono le nascite.

L’Italia è uno dei Paesi con più basso tasso di natalità al mondo. Lo dimostrano i dati demografici: ciò significa che ci troviamo in un Paese in cui le donne – soprattutto quelle giovani – fanno fatica ad avere figli perché si trovano in condizioni che rendono quasi impossibile poter conciliare la famiglia e il lavoro. 

Ma il problema non è solamente uno. L’Italia rende difficoltosa la possibilità di creare una famiglia soprattutto a causa del fatto che pone in una situazione di svantaggio la donna che si accinge ad affrontare una gravidanza. 

In Germania ad esempio esistono numerosi aiuti dedicati alle donne che lavorano. Lo Stato prevede la possibilità di ottenere un part time durante il primo anno di vita della prole. Inoltre garantisce un assegno per ogni figlio fino al compimento dei suoi 18 anni. La politica investe sul futuro perché senza bambini il Paese è destinato a morire, in una popolazione di soli vecchi che non costituiscono forza lavoro. 

I dati

Stando ai dati Istat, il 2021 si è chiuso con 400.249 nuovi nati. E già dall’inizio del 2022 si è visto un ulteriore arretramento. Nella fattispecie sono nati 6mila bimbi in meno rispetto allo stesso periodo del 2021.  

Valerio Martinelli, ricercatore della Fondazione Bruno Visentini ed esperto di politiche pubbliche, è intervenuto rimarcando l’importanza di attuare delle politiche mirate per risolvere il problema. «Occorrerebbe sviluppare una vera e propria valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche. Penso in particolare alla fascia di persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni», dice. 

E prosegue: «In altre parole, dobbiamo sapere quante e quali risorse sono destinate realmente a ridurre l’attuale divario generazionale. Rientrano in questa direzione le misure di incentivo all’autonomia abitativa, ancorché in affitto. Con la condizione attuale del mercato del lavoro, è difficile che un giovane under 36 voglia comprare una casa, contraendo un mutuo». 

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