Non solo la lotta per l’abolzione del carcere ma anche il pensiero che la riguarda da vicino sull’elezione all’Europarlamento: parla Ilaria Salis.
Alle infuocate recenti scintille con la Premier Giorgia Meloni, fa seguito una interessante intervista a Iconografie da parte di Ilaria Sals. L’ex detenuta in Ungheria, attualmente Europarlamentare con Avs, ha parlato della sua battaglia per l’abolizione del carcere ma ha messo in evidenza anche un controverso pensiero che la riguarda da vicino, proprio a proposito della sua elezione nel Parlamento Europeo.
Ilaria Salis, il carcere e la sua abolizione
Nel corso dell’intervista a Iconografie, la Salis ha spiegato la sua presa di posizione a proposito dell’abolizione delle carceri.
“Il carcere è sempre carcere, ovvero un’istituzione pensata per annientare l’umanità delle persone e questo è vero a prescindere da dove si trovi e dalla durezza del sistema. Una società giusta dovrebbe impegnarsi a guardare oltre e per questo l’ottica con cui io anche mi sto occupando del tema è proprio quello della sua abolizione“, ha detto.
In questa ottica, l’Europarlamentare ha proseguito: “Io sono convintamente abolizionista e intendo continuare a portare questo discorso nel mio lavoro istituzionale. Il problema è che in Italia questo tema è ancora marginale rispetto ad altri paesi, probabilmente anche perché a differenza degli Stati Uniti non abbiamo avuto una lotta radicale come quella per l’abolizione della schiavitù. Anche lì, quando nell’Ottocento qualcuno toccava l’argomento era visto come fuori dal mondo, mentre nessuno in questo momento si esporrebbe per sostenere che gli esseri umani possano essere schiavizzati, essendo un trattamento universalmente considerato inumano”.
Secondo la Salis “la stessa cosa potrebbe accadere con l’abolizione delle carceri, un tema che va posto come propositivo perché implica anche il ripensamento della società stessa, passando per un processo graduale”.
L’elezione nell’Europarlamento
Facendo poi riferimento alla sua liberazione dal carcere in Ungheria e alla successiva elezione al Parlamento Europeo, la Salis ha affermato: “Bisogna specificare che il mio caso è stato qualcosa di assolutamente non programmato. Io stessa sono stata per molti anni convintamente anti-elettoralista, mentre adesso mi ritrovo ad essere una rappresentante eletta nei corpi della politica istituzionale”.
Secondo la donna tale “passaggio non si può scindere da quella che è stata la mia storia, avendo dovuto prendere questa scelta in prigione senza potermi confrontare con chi avrei voluto. Certo, credo che sia stata la scelta giusta ma sto ancora cercando di trovare un equilibrio in questa nuova dimensione“, ha ammesso la donna. “D’altra parte, ritengo che coniugare le lotte dal basso e la politica istituzionale sia difficile ma non impossibile e mi auguro che la mia non resti una vicenda isolata”.