Ilaria Salis sotto accusa: la “strategia” per proteggere l’immunità

Ilaria Salis sotto accusa: la “strategia” per proteggere l’immunità

Ilaria Salis si batte contro l’estradizione di Abazaj in Ungheria: tra le accuse di chi pensa che voglia proteggere la sua “immunità”.

Ilaria Salis, europarlamentare del gruppo Avs, è al centro di una controversia poichè si è esposta pubblicamente per impedire l’estradizione in Ungheria di Rexhino “Gino” Abazaj, suo stretto collaboratore e attivista politico albanese. L’uomo è attualmente detenuto in Francia su mandato di cattura europeo.

Ilaria Salis

La posizione di Ilaria Salis sul caso Abazaj

La posizione della parlamentare emerge con forza dalle sue recenti dichiarazioni riportate da Il Giornale, in cui definisce Abazaj un “antifascista” e quindi vittima di un presunto sistema giudiziario non imparziale.

Sarebbe grave se la Francia collaborasse consegnando un antifascista e quindi un oppositore politico, quindi sottoposto a un processo con sentenza già scritta“, dichiara.

Tali parole hanno attirato sia l’attenzione di molti che la criticano per un presunto tentativo di tutelare la propria immunità parlamentare.

Il Parlamento europeo, infatti, si pronuncerà presto sulla richiesta ungherese di revocare l’immunità della Ilaria Salis. Se ciò accadesse, la parlamentare potrebbe essere giudicata per gli stessi reati contestati al suo collaboratore.

La strategia per mantenere l’immunità

La mobilitazione in favore di Abazaj ha riacceso il dibattito sui limiti del mandato di cattura europeo e sulla presunta strumentalizzazione della giustizia da parte di alcuni governi.

Ilaria Salis, aggiunge Il Giornale, ha invocato un supporto collettivo ed ha sottolineato l’importanza della solidarietà internazionale: “Serve mobilitazione ampia“.

Ciononostante, la sua posizione ha generato critiche. Secondo i detrattori, la frase “Nessun antifascista deve essere estradato in Ungheria” riflette una visione selettiva della giustizia, in cui dichiararsi antifascisti potrebbe essere usato come scudo contro qualsiasi accusa.

Altri, invece, ritengono che l’europarlamentare stia affrontando una campagna denigratoria orchestrata per proteggere la sua immunità contro Orban.

Con il voto del Parlamento europeo all’orizzonte, questo caso non rappresenta solo una questione di diritti individuali, ma un nodo politico cruciale.