Il pensiero senza freni di Ilaria Salis in merito ai migranti portati in Albania dall’Italia a seguito degli accordi con Tirana.
Nelle scorse ore la prima nave italiana con a bordo 16 migranti si è diretta verso l’Albania in base agli accordi tra il nostro Paese e Tirana. Un fatto che ha dato inizio a quelli che sono stati gli accordi tra la Premier Giorgia Meloni e Edi Rama e che ha generato reazioni controverse, specie da parte delle opposizioni. Senza freni il commento di Ilaria Salis che ha parlato sui social, con tanto di foto e didascalia shock, di “campi di concentramento” per migranti.
Ilaria Salis, il commento sui migranti in Albania
Come anticipato, nelle scorse ore 16 bengalesi ed egiziani, tutti uomini, sono stati portati dall’Italia all’Albania e andranno ad occupare i centri allestiti in base all’accordo tra Giorgia Meloni ed Edi Rama finalizzato a “migliorare le capacità di rimpatrio e a ottenere un effetto deterrenza sulle partenze”.
Tale situazione è stata commentata in modo molto duro da parte di Ilaria Salis che sui social ha esposto il suo pensiero: “I campi di concentramento per migranti in Albania sono l’ennesima vergogna di cui i nostri governi sono responsabili. La destra italiana fa da testa di ponte per la politica europea contro le migrazioni e il diritto d’asilo, non solo con il beneplacito silenzioso, ma anche con l’elogio pubblico da parte della Commissione. Ursula Von der Leyen ha infatti dichiarato che “con l’avvio delle operazioni previste dal protocollo Italia-Albania, saremo anche in grado di trarre lezioni pratiche”, le sue parole.
E ancora: “La verità è che, nella sostanza, quasi tutti gli schieramenti politici condividono, al di là delle sfumature retoriche, la stessa posizione reazionaria, classista e razzista sui movimenti di esseri umani”.
“Serve un sussulto sociale”
La Salis ha proseguito parlando della “perversità logistica del meccanismo di contenimento messo in opera tra Italia e Albania”. E ancora: “Immaginatevi, infine, cosa può significare selezionare i naufraghi a bordo di un’imbarcazione nel Mediterraneo, un mare che è diventato la più grande fossa comune del mondo. ‘I vulnerabili di qua, i sacrificabili di là’. Non possiamo accettare di essere diventati questo. E non possiamo affidarci solo all’opposizione della Corte di Giustizia europea. È necessario un sussulto sociale di dignità, in nome dell’internazionalismo tra lavoratori e dell’eguaglianza tra esseri umani”.