Ilaria Salis, orrore dal carcere: "Senza aria, cimici e topi"
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Ilaria Salis, orrore dal carcere: “Senza aria, cimici e topi”

lettino all'interno di una prigione

Il caso di Ilaria Salis, chiusa in carcere in Ungheria, fa molto discutere. La donna sta vivendo in condizioni disumane.

Ha destato grande sdegno in tutto il mondo la condizione di Ilaria Salis, presentatasi a processo in Ungheria, a Budapest, con le catene a mani e piedi. Una situazione che ha rivelato le condizioni disumane con cui la donna sta venendo trattata, ormai da circa un anno, nella struttura di detenzione ungherese. In queste ore, una sua lettera, un vero e proprio memoriale, ha svelato come le cose in carcere siano ben peggiori di quanto uno potesse immaginare.

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lettino all'interno di una prigione

Ilaria Salis, il memoriale dal carcere

“Mi trovo tutto il tempo in una cella minuscola e senz’aria, tra gli scarafaggi, il vitto scarso, senza possibilità di comunicare, trattata come una bestia al guinzaglio“. Queste alcune delle terribili parole usate da Ilaria Salis per descrivere le condizioni con le quali ha dovuto convivere in carcere a Budapest e che sono state da lei condivise lo scorso 2 ottobre in un memoriale diffuso in esclusiva dal TgLa7.

Di fatto, si tratta di un testo che l’attivista ha scritto durante i suoi otto mesi di reclusione e che ha affidato ad un ex politico italo-ungherese della sinistra radicale, attualmente in servizio presso il Consolato. In queste parole, la donna ha spiegato le crude condizioni in cui è stata detenuta, sottolineando una situazione ben più catastrofica rispetto alle “sole” catene a mani e piedi con cui era stata presentata alla prima udienza a Budapest alcuni giorni fa.

Abiti sporchi, animali e nessun contatto

Nel memoriale venuto a galla in queste ore, la Salis ha raccontato di vivere in condizioni igieniche pietose: “Sono stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito in questura e a indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia”.

A questo si aggiunge la presenza di insetti e animali: “Per i primi 3 mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto. Oltre alle cimici, nelle celle e nei corridoi è pieno di scarafaggi. Nei corridoi esterni spesso si aggirano top”.

La donna ha anche aggiunto che i pasti si riducono solo a colazione e pranzo ma non la cena.

La vita in carcere è sempre uguale, ogni giorno: “Si trascorrono 23 ore su 24 in una cella completamente chiusa: c’è una sola ora d’aria al giorno e la socialità non esiste”.

Inoltre, da quanto si apprende, per i primi 6 mesi di detenzione non avrebbe avuto nessuna possibilità di contattare la famiglia. Solo ad inizio settembre avrebbe ricevuto l’autorizzazione a comunicare con i parenti.

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ultimo aggiornamento: 1 Febbraio 2024 9:25

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