Il verdetto da Bruxelles ha visto Ilaria Salis mantenere la propria immunità parlamentare. Il retroscena legati alla votazione decisiva.
L’immunità confermata di Ilaria Salis e la recente richiesta fatta al ministro Nordio. Il tema scottante legato all’europarlamentare con Avs continua ad essere all’ordine del giorno anche grazie ad alcuni retroscena legati al voto che le ha permesso di mantenere il proprio privilegio. Infatti, in queste ore, è stato possibile comprendere meglio chi, di fatto, l’abbia “salvata”.

Ilaria Salis e l’immunità salva
Ci sono state diverse reazioni al voto su Ilaria Salis andato in scena nelle scorse ore che le ha permesso di mantenere l’immunità parlamentare. L’eurodeputata con Avs ha subito esultato per il lieto fine della vicenda e si è anche spinta a formulare una chiara richiesta al ministro Nordio confermando la propria intenzione di ricevere un “giusto processo in Italia”.
Infatti, nonostante non sia più a richio di perdere l’immunità, la Salis vorrebbe fare chiarezza con tutte le garanzie del caso: “La mia richiesta, da cittadina italiana, è semplice e chiara e resta immutata: voglio essere processata in Italia, con tutte le garanzie democratiche previste dal nostro ordinamento costituzionale. Non in un regime (quello ungherese di Orban ndr)”. La donna ha spiegato che non abbia mai avuto alcuna intenzione di sottrarsi alla giustizia ma molte delle cose che sono state dette sul suo conto potrebbero sembrare, senza un giusto processo in Italia solo un tentativo di fare “becera propaganda politica“.
La verità sul voto: chi l’ha salvata
In attesa di comprendere se Nordio le risponderà, la Salis può comunque continuare ad esultare per l’immunità mantenuta e anche ringraziare chi ha votato per lei. O meglio, chi non si è presentatato a votare. Infatti, dando uno sguardo ad una bella analisi de Il Tempo, è stato possibile capire meglio in che modo e chi abbia “salvato” la Salis al voto.
Come sappiamo, la Salis ha ricevuto 306 voti di sì contro i 305 del no. “Il fronte contrario a Salis, formato da Popolari (Ppe), Conservatori (Ecr), Patrioti (Pfe) ed Europa delle nazioni sovrane (Esn) sulla carta contava 378 eurodeputati. Ma ne erano presenti solo 335, quindi 43 in meno”, si legge su Il Tempo. Ma attenzione a credere che sia stato l’assenteismo a regalare alla donna l’immunità.
Infatti, anche per quanto riguarda il fronte in favore alla Salis vi sono stati ben 45 assenze. “Significa che se in teoria tutti i colleghi della sinistra hanno votato in massa per lei, ha potuto contare sul supporto di 41 onorevoli di centrodestra o non iscritti ad alcun gruppo (quest’ultimi erano 28, la maggior parte di destra). Ecco chi ha salvato davvero Salis, anche perché Socialisti e Popolari avevano lo stesso numero di assenti: 20 ciascuno”, ha preciso Il Tempo. A questo punto è possibile che a salvare la Salis siano stati alcuni eurodeputati stranieri del Ppe, che poteva vantare la delegazione maggiore con 168 presenti mentre Patrioti ed Ecr, avevano 8 assenti a testa.