L’Italia è un’eccellenza nel settore della raccolta e recupero dell’alluminio, ma la nuova proposta di regolamento UE sugli imballaggi rischia di vanificarne gli sforzi: l’analisi del consorzio CIAL.
Il packaging in alluminio svolge un ruolo fondamentale nell’ambito dell’economia circolare, diventando uno dei principali protagonisti dei progetti volti a ridurre l’impatto ambientale.
Leggero, malleabile e resistente ma anche riciclabile all’infinito, questo materiale rappresenta il partner ideale non solo per la produzione di imballaggi, ma anche per agevolare il risparmio energetico e per superare al meglio le sfide imposte dal “Piano di Azione per l’economia circolare per un’Europa più pulita e competitiva”, volto a favorire un futuro più sostenibile per tutti.
Considerato il “material sharing” per eccellenza, l’alluminio è in grado di trasformarsi più volte e declinarsi in forme sempre diverse, superando il concetto di “usa e getta” e rafforzando il valore dei materiali “usa e ricicla”, anche nell’ottica di prevenire la formazione del rifiuto organico e di ridurre gli scarti e lo spreco alimentare.
Tutti elementi imprescindibili per favorire e orientare i nuovi modelli di sviluppo socioeconomico della Green Economy.
L’impegno di CIAL, Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio
Ricercare soluzioni per ottimizzare, raccogliere, recuperare e riciclare gli imballaggi in alluminio post-consumo è proprio l’obiettivo primario del CIAL, il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio senza fini di lucro che rappresenta l’impegno in questa direzione assunto dai produttori di alluminio, dai produttori e utilizzatori di imballaggi in alluminio e dai recuperatori e riciclatori di imballaggi in alluminio post-consumo: il tutto conciliando le esigenze di mercato con quelle di tutela dell’ambiente.
È proprio l’attività svolta da CIAL, l’azione combinata di Comuni, operatori ambientali della raccolta e del trattamento dei rifiuti, assieme al ruolo imprescindibile dei cittadini, ad aver offerto un notevole contributo per il raggiungimento e il superamento degli obiettivi di raccolta differenziata, riciclo e recupero previsti dalla normativa europea, rendendo il nostro Paese un esempio virtuoso nel Vecchio Continente.
L’Italia, con un tasso di riciclo medio, negli ultimi anni, del 70% di imballaggi, è considerata un’avanguardia nel settore della raccolta e recupero dell’alluminio in Europa. Per le sole lattine per bevande, ad esempio, il Belpaese raggiunge quota 91,6%, di gran lunga superiore alla media europea che si ferma al 73%. In altre parole, rispetto a un consumo pro capite di 36 lattine all’anno, ne sono state riciclate ben 33 e ne mancherebbero da intercettare solo 3 a testa.
Con riferimento alla prevenzione, uno studio realizzato da CIAL per tracciare la tendenza evolutiva del packaging in alluminio in termini di riduzione di peso e spessori, inoltre, mostra come le imprese della filiera, negli ultimi 20 anni, siano riuscite a risparmiare in media ogni anno circa 5.350 tonnellate di materiale (l’equivalente di 51.000 carrozzerie per auto), pari ad una riduzione complessiva di 936.000 tonnellate di CO2: tutto questo grazie a miglioramenti dei processi produttivi e alla progettazione dell’imballo finalizzata a massimizzare il riciclo.
L’importanza della tecnologia nei processi di recupero e riciclo dell’alluminio
Le tecnologie usate per raccogliere e riciclare alluminio sono in continua evoluzione e contribuiscono in maniera sempre più determinante alla realizzazione di una vera e propria “simbiosi industriale”.
Riciclare l’alluminio è fondamentale dal punto di vista ambientale e strategico per l’industria grazie all’enorme beneficio che ne deriva in termini di risparmio energetico. Fare nuovo alluminio partendo dal rottame garantisce, infatti, un risparmio del 95% dell’energia necessaria a produrlo partendo dalla bauxite, il minerale da cui si ricava. Le caratteristiche del metallo, inoltre, riciclo dopo riciclo, in un ciclo senza fine, restano immutate garantendo le migliori performance possibili in tutte le applicazioni in cui trova impiego. L’alluminio è dunque, a tutti gli effetti, un materiale durevole o permanente.
L’Italia, vera e propria eccellenza europea nella raccolta e recupero dell’alluminio
Il nostro Paese ha puntato da anni sulla raccolta e il recupero di tutte le tipologie di packaging in alluminio, non solo su quelle più remunerative e facili da raccogliere, come avviene in altri paesi. Dopo le lattine, che già si raccoglievano in Italia quasi trent’anni fa, con la nascita del Conai le raccolte sono state estese a tutti i principali materiali da imballaggio e a tutte le componenti del packaging. Nel caso dell’alluminio, quindi, oltre alle lattine, anche alle scatolette, alle bombolette, ai tubetti, alle vaschette, al foglio sottile, fino agli accessori più piccoli come tappi, chiusure, blister e capsule da caffè. Lo sviluppo di nuovi e sempre più evoluti modelli di raccolta, accanto ad impianti di trattamento dotati di innovativi sistemi di selezione e preparazione delle diverse frazioni di materiali per il riciclo, ha permesso al nostro Paese di raggiungere e superare molto presto gli obiettivi indicati dalle direttive al 2030 e di diventare, quindi, un modello di eccellenza in Europa.
Ogni Lattina Vale: 100% di riciclo lattine entro il 2030
L’Italia dal 2019 ha aderito al vasto progetto europeo “Every can counts”, iniziativa che coinvolge 19 Paesi e sul territorio nazionale è nota come “Ogni Lattina Vale”, proponendosi di promuovere la raccolta e il riciclo delle lattine in alluminio anche in occasione dei grandi eventi culturali e sportivi.
Il progetto si inserisce nell’ambito di un traguardo ancora più ambizioso, condiviso da CIAL insieme ai produttori e alle principali associazioni europee del packaging in alluminio: raggiungere il traguardo 100% di riciclo delle lattine per bevande entro il 2030.
Proprio a tale scopo, il consorzio attiva da anni raccolte dedicate alle sole lattine per bevande, garantendo il recupero di questa tipologia di contenitore nei luoghi di maggior consumo e facendo leva su una strategia sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici.
Imballaggi e rifiuti di imballaggio: la proposta di regolamento UE
Il 30 novembre 2022 la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento, noto come PPWR, che intende rivedere il quadro legislativo europeo in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio.
Il nuovo testo si propone di aumentare la sostenibilità e la circolarità dei prodotti da imballaggio e di ridurre la produzione di rifiuti, obiettivi condivisi da CIAL che tuttavia segnala alcuni rischi legati proprio al contenuto della proposta, tra cui quello di andare verso il riuso rispetto al riciclo che è alla base del nostro sistema nazionale di gestione dei rifiuti da ormai 25 anni.
La scelta stessa di ricorrere a un regolamento invece che a una direttiva, infatti, impedisce agli Stati membri di decidere autonomamente come attuare i nuovi obiettivi europei tenendo in considerazioni le singole peculiarità, perseguendo gli obiettivi UE con modalità e tempi che si adattano alle specificità dei territori e senza penalizzare le esperienze virtuose a livello nazionale.
La proposta PPWR, invece, impone soluzioni che non tengono conto delle strade già percorse dai singoli Stati: nel caso dell’Italia, non solo l’intero sistema che coinvolge imprese, lavoratori e tecnologie è stato costruito con successo sul riciclo, ma è stato finora possibile raggiungere con anni di anticipo gli obiettivi di riciclo sui singoli materiali di imballaggio imposti dalle precedenti normative europee emanate in forma direttiva.