Il compagno killer della ragazza incinta di sette mesi si trova a San Vittore e deve essere protetto dagli altri detenuti.
L’omicidio di Giulia Tramontano ha sconvolto l’opinione pubblica. Un crimine terribile e violento che ha costretto gli agenti della polizia penitenziaria a trattare il colpevole con un occhio di riguardo. Alessandro Impagnatiello si trova al carcere di San Vittore dallo scorso 31 maggio e deve essere protetto dagli altri detenuti.
Tra i galeotti in prigione, infatti, vige una sorta di codice che li spinge a punire chi si è macchiato di gravi crimini contro donne e bambini. Il 30enne che ha accoltellato la fidanzata incinta, perciò, è stato sistemato in una zona speciale della struttura.
Alessandro Impagnatiello: un “narcisista manipolatore”
Gli inquirenti che hanno avuto modo di ascoltare l’interrogatorio di Alessandro Impagnatiello lo hanno definito come un “narcisista manipolatore”. Il 30enne aveva affermato di aver ucciso la fidanzata per lo stress causato dalla sua doppia vita: quella di una doppia relazione. Alessandro, però, gestiva i due rapporti basandosi sulle bugie e creando sensi di colpa alle due donna.
All’amante 23enne, ad esempio, aveva raccontato che il figlio di Giulia non era suo e che avrebbe chiesto un test del Dna. “Che madre sei se mi lasci prima che nasca il nostro bambino?”, aveva invece scritto alla Tramontano. Domani è in programma l’autopsia sul corpo della giovane madre uccisa: la speranza è che non si scoprano nuovi terribili dettagli sulla sua morte.