Sanità: ci vorrebbe la bacchetta magica ma in politica la magia non funziona, meglio sapere fare i conti.
Nei giorni delle immagini drammatiche che ci arrivano da Lampedusa scopriamo che anche gli italiani sono (ancora) migranti , migranti economici per l’esattezza.
Andare in Svizzera per guadagnare di più e non dalla Calabria, dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Campania, non me ne voglia il permaloso De Luca convinto che il suo governatorato prolungato sia come quello dei Medici a Firenze. Non me ne vogliano gli amici del Sud, terra meravigliosa di cultura , bellezza e capitale umano, ma secondo al Nord in tutte le statistiche socio-economiche ufficiali.
E le pur straordinarie eccezioni territoriali non cambiano il senso generale di una disuguaglianza storica profonda che nessuno riesce per davvero a colmare. Sono reduce da un convegno sindacale in cui il Ministro per le infrastrutture Salvini ha promesso cantieri aperti per il Ponte sullo stretto nel 2024 e 100.000 posti di lavoro nuovi. Speriamo.
Intanto dalla ricca Lombardia 4 mila infermieri si trasferiscono in Svizzera per guadagnare di più. Uno di loro ha detto quanto, 5 mila euro al mese, il triplo che in Italia.
Mi dispiace, ha aggiunto il nostro migrante sanitario, ma devo mantenere i miei figli.
Io vivo a Milano e posso testimoniare che mantenere i figli nella città più cara d’Italia non è uno scherzo . Quasi quasi mando un curriculum alla Tv Svizzera. Intendiamoci non cadiamo dal pero, è noto da tempo che molti lavoratori lombardi fanno avanti e indietro con la Svizzera per guadagnare di più, li chiamano frontalieri.
In un mio programma storico (in combutta con Giordano ) filmammo, molto di nascosto, anche le frontaliere del sesso. Lucignolo è un programma che ha fatto il suo tempo, le lavoratrici di quel genere immortale penso si trovino sempre lì, magari non proprio le stesse di quella puntata di quasi dieci anni fa. Dopo tanti zig zag andiamo al dunque, e il dunque della nostra riflessione è questo : in Italia i salari sono troppo bassi, anche in settori vitali come la Sanità, anche in regioni che sono nel campo un’eccellenza.
La lezione del Covid è passata senza scossoni, non si investe sulle persone, medici compresi, e i soldi del Pnrr servono per strutture e tecnologie. Ma che ci facciamo con le strutture e le tecnologie se i cervelli sono in fuga e gli infermieri pure?
Cattedrali nel deserto che non serviranno a smaltire liste di attesa lunghe più di un anno. Il governo ne è consapevole e nella prossima legge di bilancio ha messo la Sanità fra le priorità , finalmente. Ma le casse piangono, i tassi crescono e la crescita rallenta.
Ci vorrebbe la bacchetta magica ma in politica la magia non funziona, meglio sapere fare i conti.