Incendi devastano la Corea del Sud causando 24 vittime e l’evacuazione di 27.000 persone. Distrutti oltre 17.000 ettari e il tempio Gounsa.
Negli ultimi giorni, la Corea del Sud è stata sconvolta da una delle peggiori emergenze ambientali della sua storia recente, in diverse aree del sudest del Paese sono divampati incendi boschivi che hanno trovato terreno fertile in condizioni di siccità prolungata, forti venti e temperature insolitamente alte per la stagione. Le fiamme si sono propagate rapidamente, mettendo in crisi l’intero sistema di protezione civile e generando scene di caos e distruzione.

L’impatto degli incendi
La risposta delle autorità non si è fatta attendere. Il governo sudcoreano ha subito elevato il livello di allerta al massimo e ha mobilitato migliaia di operatori di emergenza, comprese squadre antincendio, esercito e volontari civili. Tuttavia, la portata degli incendi ha superato le aspettative, coinvolgendo ampie zone rurali e costringendo all’evacuazione oltre 27.000 persone. Le strade bloccate, le linee elettriche interrotte e le comunicazioni interrotte hanno aggravato la situazione, rendendo difficoltoso l’accesso ai centri abitati colpiti.
Il presidente ad interim Han Duck-soo ha dichiarato che la notte degli incendi è stata “un incubo continuo”, con decine di focolai sparsi su un territorio vastissimo. Il numero ufficiale delle vittime è salito a 24. Ma le autorità temono un ulteriore aumento, considerando l’alto numero di feriti gravi e le aree ancora inaccessibili.
Distruzione del patrimonio e danni ambientali
Uno degli elementi più tragici di questo evento è rappresentato dalla perdita di patrimonio culturale. Il tempio buddhista Gounsa, fondato nel VII secolo e situato nella contea di Uiseong, è stato gravemente danneggiato. Oltre 20 edifici del complesso sono andati distrutti, compresi due edifici riconosciuti come tesori nazionali. Solo una preziosa statua del Buddha in pietra dell’VIII secolo è stata salvata in extremis grazie al coraggio dei monaci.
Complessivamente, gli incendi hanno carbonizzato 17.398 ettari di terreno, l’87% dei quali nella sola contea di Uiseong. Gli effetti ambientali a lungo termine di questo disastro sono ancora da valutare, ma è certo che la Corea del Sud dovrà affrontare una lunga fase di ricostruzione – non solo materiale, ma anche culturale e psicologica.