Inchiesta su divulgazione dei verbali segreti da parte della Procura di Perugia. Nuova bufera sul Csm.
ROMA – Nuova bufera sul Csm. Come riferito dall’Ansa, la Procura di Perugia ha aperto una inchiesta su una possibile divulgazione dei verbali di segreti. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, potrebbe esserci una vera e propria loggia con il coinvolgimento di vari ‘pezzi’ del Paese per condizionare le nomine in magistratura ma anche in altri settori dell’Italia.
Il fascicolo è stato aperto dopo alcune dichiarazioni da parte dell’avvocato siciliano Piero Amara, indagato anche nell’inchiesta sul cosiddetto falso complotto Eni.
Il caso della Loggia Ungheria
Come abbiamo visto, il caso della loggia Ungheria nasce nel 2019. Nel corso di un interrogatorio l’avvocato Piero Amara parla della loggia Ungheria e afferma di esserne un membro.
Il pm che segue il caso contatta Piercamillo Davigo, al quale mostra i verbali con le dichiarazioni di Amara. Ipotizzando di essere in qualche modo ostacolato, il pm Storari fornisce a Davigo copie dei verbali nonostante siano secretati. Davigo si muove in maniera informale e autonoma parlando con esponenti del Csm.
Il fascicolo passa alla Procura di Perugia. Si mette al lavoro Raffaele Cantone. Intanto alcuni giornalisti ricevono un fascicolo e una lettera anonima. Nel fascicolo ci solo le copie dei verbali di Amara. I giornalisti sporgono denuncia. Anche Nino Di Matteo, del Csm, riceve il fascicolo anonimo. Gli accertamenti degli inquirenti permettono di risalire ad una dipendente del Csm e segretaria di Davigo. Gli inquirenti ispezionano la casa della donna e trovano copia dei verbali. Ritengono che lei abbia inviato i plichi anonimi.
Davigo: “Non c’è stato nulla di irrituale”
Sulla vicenda è intervenuto anche Piercamillo Davigo, contattato dall’Ansa: “Non c’è stato nulla di irrituale […]. Cosa deve fare un pm se non gli fanno fare ciò che deve, cioè iscrivere la notizia di reato e fare indagini per sapere se è fondata?“.
“Ho informato chi di dovere”, ha aggiunto il magistrato a proposito della vicenda delle dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara ai magistrati.
Ermini: “Csm del tutto estraneo”
Sull’accaduto è intervenuto anche il vicepresidente del Csm David Ermini. Il magistrato, dopo un confronto con il Quirinale, ha deciso di rompere il silenzio e prendere le distanze da quanto successo. “Il Consiglio Superiore della Magistratura – ha detto – è del tutto estraneo a manovre opache e destabilizzanti. Semmai è l’obiettivo di un’opera di delegittimazione e condizionamento tesa ad alimentare, in un momento particolare grave per il Paese, la sfiducia dei cittadini verso la magistratura“.
Da parte di Ermini, quindi, confermata l’estraneità da quanto successo. Ma il Csm rischia di essere travolto da una nuova bufera a pochi mesi dal caso Palamara. E i punti da chiarire sulla vicenda sono ancora diversi.