Proseguono le indagini collegate al crollo del Ponte Morandi. Altre persone iscritte nel registro degli indagati: avrebbero fornito rapporti falsi e non veritieri sullo stato di salute di cinque viadotti.
Non si fermano le indagini sul tragico crollo del ponte Morandi di Genova. Gli inquirenti, in seguito ai controlli sugli incartamenti e sui documenti, avrebbero riscontrato irregolarità e false dichiarazioni sui report di altri cinque ponti. Per questo motivo sono stati aggiunti al registro degli indagati i nomi dell’ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade e dell’amministratore delegato di Spea.
Morandi, indagati l’ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade e dell’amministratore delegato di Spea
Michele Donferri Mitelli e Antonio Galatà dovranno rispondere delle accuse di falso. I due, secondo le ipotesi investigative, sarebbero stati a conoscenza delle falsificazioni dei rapporti sullo stato di altri cinque ponti, report stilati dopo il crollo del Ponte Morandi, un fatto che, se confermato, sarebbe gravissima, in quanto avrebbe messo consapevolmente a rischio centinaia di vite.
Indagati anche dieci tecnici: avrebbero fornito rapporti falsi sullo stato di salute di cinque ponti
Insieme con i due dirigenti sono stati iscritti nel registro degli indagati dieci tecnici che avrebbero lavorato ai rapporti incriminati. Sembra che tali rapporti non fossero preceduti da un’analisi sulle strutture.
I ponti in questione
Le strutture in questione sono i viadotti Paolillo sulla Napoli-Canosa in Puglia, il Pecetti e il Sei Luci a Genova, il Moro vicino a Pescara e il Gargassa a Rossiglione.
Il ruolo di Gianni Marrone
Nel corso delle indagini sarebbe emerso anche il nome di Gianni Marrone. Il dirigente di Autostrade era stato condannato in primo grado per la morte di quaranta persone in seguito al crollo del viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino.