La deputata M5s Piera Aiello è indagata dalla Procura di Sciacca per falso in atto pubblico. Le si difende: “Posso dimostrare che ero candidabile”.
PARTANNA (TRAPANI) – Concluso il caso Siri nella maggioranza si potrebbe aprire una nuova discussione sulla posizione della deputata grillina Piera Aiello. La testimone di giustizia è stata eletta con il suo nome d’origine ma all’ufficio anagrafe di Partanna, paesino in provincia di Trapani, la vecchia identità non è più certificabile proprio per la sua collaborazione con la giustizia.
La Procura di Sciacca ha aperto un’indagine per falso in atto pubblico. I magistrati contestano alla deputata una ‘forzatura‘ l’utilizzo del nome congelato per candidarsi in Parlamento. La donna è stata già ascoltata dagli inquirenti ma si dice “pronta a dimostrare, con documenti alla mano, che poteva essere inserita in lista“.
Trapani, indagata la deputata M5s Piera Aiello
Il nome di Piera Aiello non esiste più ormai da diversi anni. La donna, infatti, è stata inserita nel programma di protezione dopo il suicidio della cognata Rita Atria, la giovane testimone di giustizia che ha deciso di togliersi la vita in seguito all’uccisione di Paolo Borsellino.
Il M5s ha deciso di candidare la propria esponente alla Camera con il nome naturale e non quello da testimone di giustizia. Un atto obbligatorio visto che le persone sotto protezione non possono rivelare per nessun motivo la nuova identità. Secondo la Procura di Sciacca, però, questa identità non esiste più e per questo non poteva essere usata.
M5s, Piera Aiello indagata a Trapani. Le si difende: “Ero candidabile”
Le indagini proseguiranno nelle prossime settimane. Intanto Piera Aiello è stata interrogata dai magistrati per ascoltare le sue motivazioni. In una nota la deputata si è detta tranquilla e soprattutto sicura di dimostrare la sua candidabilità alle elezioni politiche 2018.
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