Ponte Morandi, le prime indiscrezioni sui nomi degli indagati

Ponte Morandi, le prime indiscrezioni sui nomi degli indagati

Crollo del Ponte Morandi, sono venti le persone iscritte nel registro degli indagati della Procura di Genova.

Sono venti i soggetti iscritti nel registro degli indagati della Procura di Genova. Si tratta di persone ma anche società che dovranno rispondere a vario titolo del crollo del Ponte Morandi.

Fonte foto: https://twitter.com/Donatel65682407

Crollo del Ponte Morandi, venti persone nel registro degli indagati

Nel registro degli indagati della Procura di Genova sono state inserite venti persone e le società Autostrade per l’ItaliaSpea Engineering, che ha però fatto sapere di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia, negando dunque di essere stati iscritta nel registro. Gli indagati dovranno rispondere a vario titolo delle accuse di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.

Per quanto riguarda le due società, se si include anche Spea, il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo plurimo aggravato dal mancato rispetto della normativa anti infortunistica.

Si procederà ora con la richiesta di incidente probatorio. Al momento non sono stati resi noti i nomi delle persone iscritte nel registro degli indagati.

Chi sono gli indagati per il crollo del Ponte Morandi

Nonostante il massimo riserbo intorno ai nomi degli indagati, La Repubblica il Corriere della Sera hanno diramato una lista con i nomi di alcune delle persone che sarebbero state raggiunte dall’avviso di garanzia della Procura di Genova.

Si tratterebbe, stando a quanto riportato da La Repubblica“dell’amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore del Primo Tronco di Genova Stefano Marigliani, Paolo Strazzullo e Riccardo Rigacci, il direttore centrale Operation Paolo Berti, Michele Donferri (direttore delle Manutenzioni), Mario Bergamo (l’ex direttore delle manutenzioni di Autostrade che per primo nel 2015 ritenne necessario l’intervento sul Morandi) e Massimo Meliani (responsabili ponti e gallerie)“.

Nel registro degli indagati ci sarebbero anche alcuni funzionari del ministero, ossia “il direttore generale Vincenzo Cinelli e il suo predecessore Mauro Coletta. Con loro pure Bruno Santoro, capo Divisione tecnico-operativa della rete autostradale. Coinvolti inoltre tre ingegneri del Provveditorato ed uno dell’Ufficio ispettivo, propaggini del ministero sul territorio: il provveditore Roberto Ferrazza, che è stato il primo dopo il disastro a presentarsi dal pm Terrile per rilasciare spontanee dichiarazioni, più i suoi collaboratori Salvatore Bonaccorso e Giuseppe Sisca, Carmine Testa, capo dell’Ufficio ispettivo“.

Nel registro dovrebbe comparire anche Società Autostrade per l’Italia.

Ricordiamo che le informazioni emerse nel corso della vicenda hanno fatto luce su diversi problemi noti alla struttura.  Alcuni emersi addirittura nel 1979, segnalati dallo stesso Ingegner Riccardo Morandi che progettò il ponte, terminato nel 1967.

Giovanni Toti a sorpresa: “Ho chiesto che non venga revocata la concessione”

Intanto dopo le prime dichiarazioni dalla famiglia Benetton, stupiscono le parole del governatore della Liguria Giovanni Toti, il quale ha fatto sapere di aver chiesto al governo di non revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. Il governatore ha precisato che sarebbe necessaria una revisione degli accordi tra le parti e ha sottolineato come la priorità debba essere la popolazione di Genova e la viabilità della città.

Il premier Conte: “Non posso dire che si va verso la nazionalizzazione”

Intanto da Ischia, dove si è recato per l’anniversario del terremoto di Casamicciola, Giuseppe Conte ha parlato anche del processo di nazionalizzazione delle autostrade: “Non faremo sconti a un concessionario dopo una simile tragedia. Non posso dire oggi che si va verso la nazionalizzazione – ha dichiarato Conte come riportato dall’Ansa. A noi interessa tutelare a pieno il patrimonio dello Stato e avere massime garanzie di tutela di incolumità dei cittadini. Se questo avverrà attraverso la nazionalizzazione o una nuova gara con condizioni contrattuali diverse lo vedremo“.

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