Nei guai anche il manager di Chiara Ferragni: ecco per cosa è accusato

Nei guai anche il manager di Chiara Ferragni: ecco per cosa è accusato

Indagato Fabio D’Amato, braccio destro della Ferragni: secondo il pm l’influencer avrebbe “guadagnato rafforzando la sua immagine”.

La Procura Generale della Cassazione ha stabilito che sarà la Procura di Milano a indagare sul caso di presunta truffa aggravata che coinvolge Chiara Ferragni e il suo manager Fabio D’Amato. L’inchiesta riguarda le iniziative benefiche legate alla vendita di pandori Balocco, uova pasquali Dolci Preziosi e la bambola Trudi.

Le accuse contro Chiara Ferragni e il manager

Fabio D’Amato, manager e stretto collaboratore di Chiara Ferragni, è anch’egli indagato per truffa aggravata. Le accuse mosse contro Chiara e il suo braccio destro, includono la presunta induzione ingannevole all’acquisto di prodotti con un doppio danno per i consumatori.

Secondo il provvedimento del pg della Cassazione, il “profitto” delle presunte truffe sarebbe consistito anche nel rafforzamento mediatico dell’immagine dell’influencer, che avrebbe guadagnato dal crescente consenso ottenuto veicolando una rappresentazione di sé associata all’impegno personale nella beneficenza.

Le indagini dove “furono firmati i contratti”

La decisione della Cassazione è arrivata dopo un conflitto di competenza territoriale tra le procure di Milano e Cuneo. La scelta di assegnare il caso a Milano è stata presa in quanto i contratti tra le società di Chiara Ferragni e l’azienda dolciaria piemontese Balocco, relativi alla sponsorizzazione del pandoro “Pink Christmas”, sono stati firmati a Milano.

L’aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, nel documento trasmesso al pg della Suprema Corte – in base all’articolo 54-bis del codice di procedura penale – aveva chiesto di chiarire a chi spetta occuparsi della vicenda del pandoro rosa “Pink Christmas”. 

Nella memoria inviata a Roma, è emerso come i pm abbiano accesso i fari anche sui casi di “beneficenza” con sponsor Ferragni delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi, per cui è indagato il presidente e ad del Gruppo che controlla la società, Franco Cannillo, e sulla bambola “mascotte” di Ferragni, prodotta dall’azienda di giocattoli Trudi spa.