La Procura di Marsala ha respinto la richiesta di riapertura dell’indagine sulla scomparsa di Denise Pipitone.
Il caso di Denise Pipitone continua a essere uno dei misteri irrisolti più discussi della cronaca italiana. La bambina, scomparsa a Mazara del Vallo il 1° settembre 2004, ha lasciato dietro di sé una lunga serie di indagini, segnalazioni e inchieste giornalistiche che, tuttavia, non hanno mai portato a una verità definitiva. La famiglia, in particolare la madre Piera Maggio e il padre legale Tony Pipitone, non ha mai smesso di chiedere giustizia.
Di recente, proprio Tony Pipitone ha presentato una richiesta formale alla Procura di Marsala per la riapertura dell’indagine, basandosi su nuovi elementi che riteneva cruciali per il proseguimento del caso. Tuttavia, la risposta delle autorità ha deluso profondamente le aspettative della famiglia e di chi continua a seguire la vicenda con speranza.
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La decisione della Procura: nessuna nuova indagine
La Procura di Marsala ha respinto l’istanza di riapertura del caso, motivando la scelta con la mancanza di nuovi elementi tali da giustificare ulteriori accertamenti. Secondo gli inquirenti, le informazioni presentate non avrebbero apportato novità significative rispetto alle precedenti indagini, già archiviate dal GIP su richiesta della stessa Procura.
Questo rifiuto rappresenta un duro colpo per chi sperava in nuovi sviluppi dopo anni di silenzi e incertezze. Nel corso del tempo, sono emerse numerose piste, alcune delle quali hanno portato a veri e propri colpi di scena mediatici, ma nessuna ha mai portato alla verità su che fine abbia fatto Denise.
La reazione di Tony Pipitone: “Andrò avanti”
A commentare la decisione è stato Tony Pipitone, che si è detto profondamente amareggiato non solo per l’esito della richiesta, ma anche per il modo in cui ha appreso la notizia. In un lungo sfogo pubblicato sui social, ha espresso la sua frustrazione per non essere stato informato ufficialmente dalla Procura, venendo invece a conoscenza della decisione tramite la stampa.
“Sono parecchio amareggiato nel leggere pubblicamente la notizia su un giornale quando lo stesso non è stato avvisato prima dalla Procura di Marsala e nemmeno il mio legale”, ha scritto Pipitone, sottolineando il suo disappunto per il trattamento ricevuto. “Anzi, aspettavamo delle risposte, che ad oggi non hanno provveduto in forma privata a farci sapere, se non a sentirci dire che stavano lavorando e valutando le relazioni da me stesso depositate insieme appunto al mio avvocato”.
L’uomo che ha cresciuto Denise ha poi aggiunto: “Adesso vedremo di capirne di più. Una cosa è sicura: andrò avanti, sempre, grazie all’aiuto di chi sta lavorando ininterrottamente da più di un anno. Ma soprattutto, è normale che una Procura invece di avvisare il diretto interessato nonché padre della figlia scomparsa, avvisi la stampa per comunicare la decisione? Secondo me non è normale e non solo secondo me”. Il tutto come riportato da fanpage.it
Tony Pipitone, pur non essendo il padre biologico della bambina – ruolo che appartiene a Piero Pulizzi, attuale compagno di Piera Maggio – ha sempre combattuto affinché si facesse luce sulla scomparsa della piccola. A distanza di vent’anni, il caso di Denise Pipitone resta uno dei più grandi misteri della cronaca italiana, con un processo per sequestro di persona che si è chiuso senza colpevoli. Ma la battaglia per la verità, assicurano i familiari, non si fermerà.