Opel, perquisizioni a Rüsselsheim e Kaiserslautern; si va verso il richiamo
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Direttore: Alessandro Plateroti

Opel, perquisizioni a Rüsselsheim e Kaiserslautern; si va verso maxi richiamo

Indagini Opel

Indagini Opel richiami per 100.000 tra Zafira, Insignia e Cascada  per la possibile presenza di un software in grado di alterare i dati sulle emissioni. L’azienda si rifiuta di ‘commentare in dettaglio’.

Nella mattinata del 15 ottobre, gli organi di polizia tedesca hanno effettuato una serie di perquisizioni presso gli stabilimenti Opel di Rüsselsheim e Kaiserslautern. L’azione rientra nel procedimento di indagine portato avanti dalla procura di Francoforte la cui attenzione è rivolta a quasi centomila veicoli equipaggiati con motore diesel Euro 6 ed, in particolare, alla possibilità che tali propulsori presentino un software per la gestione dei gas di scarico in grado di manipolare i riscontri delle emissioni di CO2. In seguito ai controlli effettuati, il Ministero dei Trasporti avrebbe disposto il richiamo dei modelli coinvolti.

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La posizione della Opel

Il costruttore tedesco, a soli pochi giorni dal lancio della campagna di elettrificazione della gamma al 2020, ha preso ufficialmente posizione, diramando, attraverso i propri canali ufficiali, il seguente comunicato:

Opel conferma che la procura di Francoforte sta conducendo delle indagini nell’ambito dei procedimenti preliminari sulle emissioni sui siti di Rüsselsheim e Kaiserslautern. In questo momento, non possiamo commentare i dettagli concernenti le indagini in corso. L’azienda sta collaborando pienamente con le autorità. Opel ribadisce che i propri veicoli rispettano le leggi vigenti“. Per il momento, il Gruppo PSA – conglomerato francese detentore della Opel-Vauxall – non ha ancora preso pubblicamente posizione in merito.

I modelli Opel richiamati

Nadja Niesen, una portavoce della procura di Francoforte, ha confermato – come riferisce il sito www.reuters.com – che i modelli diesel Opel indagati sono la Insignia, la Zafira e la Cascada; si tratta di tre modelli sviluppati quando la Casa del Fulmine era ancora controllata da General Motors, molto prima dell’acquisizione del marchio da parte di PSA (2017).

Indagini Opel
Fonte immagine: https://twitter.com/Opel

Opel ha già ammesso, nel 2016, che i modelli di Zafira erano equipaggiate con un software che disattivava il sistema di trattamento dei gas di scarico in determinate circostanze, insistendo che – all’epoca – ciò era possibile sfruttando una falla nella legislazione in vigore. La portavoce della procura ha inoltre sottolineato come sui modelli sopra citati potrebbe essere presente un software che agisce in maniera similare, bloccando il funzionamento del sistema di trattamento dei gas di scarico in specifiche condizioni di velocità e temperatura.

Dieselgate Opel, le avvisaglie estive

La possibilità che anche il marchio del Fulmine finisse nel frullatore del dieselgate che ha sconvolto l’industria automobilsitica tedesca si era paventata già a luglio. Allora, il quotidiano Sueddeutsche Zeitung aveva riferito dei sospetti della KBA (l’autorità federale tedesca in materia di trasporti) e aveva già indicato nell’Opel Zafira, assieme alla Insignia ed alla Cascada, il gruppo di modelli coinvolti nella possibile violazione (riguardante circa 60.000 unità) per la presenza di un ‘defeat device‘ che consente di passare i test per l’omologazione per poi spegnersi quando la vettura si trova in condizioni di guida reali.

Fonte immagine: https://twitter.com/Opel

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ultimo aggiornamento: 16 Ottobre 2018 9:24

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