A luglio 2024, l’industria italiana registra un calo del 0,9%. I settori tessile e automobilistico sono i più colpiti.
A luglio 2024, l’industria italiana ha subito una nuova battuta d’arresto con una flessione dello 0,9% rispetto al mese precedente, come riportato dall’Istat. Il dato è preoccupante anche su base annua, con una riduzione del 3,3% rispetto a luglio 2023.
Questa tendenza negativa riguarda vari settori, ma i comparti più colpiti risultano essere il tessile e l’automotive, con perdite rispettivamente del 18,3% e 11,4%. Nel periodo maggio-luglio, la produzione industriale complessiva è diminuita dello 0,4%, a conferma di una situazione di difficoltà persistente.
Industria tessile e abbigliamento: un settore in forte crisi
Il settore tessile, dell’abbigliamento, pelle e accessori ha registrato una delle flessioni più marcate, con un calo tendenziale del 18,3%. Questo dato riflette una crisi strutturale che il comparto sta attraversando, aggravata da una domanda interna ed estera in calo, dall’aumento dei costi delle materie prime e dall’incertezza economica globale.
Le aziende del settore stanno affrontando difficoltà significative nel mantenere la competitività, con conseguenze negative sull’occupazione e sulla sostenibilità a lungo termine. La ripresa appare lenta, con pochi segnali positivi all’orizzonte.
Automotive: la sfida della transizione tecnologica
L’industria automobilistica italiana, un tempo motore dell’economia, ha visto a luglio un calo dell’11,4%. Le cause di questa flessione sono molteplici: da un lato, la transizione verso veicoli elettrici e ibridi richiede investimenti ingenti che non tutte le aziende sono pronte ad affrontare. Dall’altro, la domanda di auto tradizionali continua a scendere, complice anche una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e alle normative più stringenti sulle emissioni.
Questi fattori stanno costringendo il settore a una profonda riorganizzazione, con il rischio di ulteriore perdita di posti di lavoro se le aziende non riusciranno ad adattarsi rapidamente alle nuove esigenze del mercato.
L’unica nota positiva viene dal comparto energetico, che ha registrato un incremento del 2,3% a luglio, sostenuto principalmente dall’aumento della domanda di energia elettrica e gas. Tuttavia, questo segnale positivo non è sufficiente a bilanciare il calo generale della produzione industriale.