Rossella Nappini, l’infermiera uccisa nell’androne di un palazzo di Monte Mario, vittima dell’ennesimo femminicidio.
Morta a seguito di diverse coltellate, anche se sarà l’autopsia a fornire tutti i dettagli di quello che è a tutti gli effetti l’ennesimo femminicidio in Italia. La vittima, questa volta, è una infermiera uccisa lunedì 4 settembre nell’androne di un palazzo di Monte Mario a Roma. Il suo nome era Rossella Nappini che viveva nella sua abitazione con due figli e sua madre. Diverse le piste ipotizzate ma anche un uomo ora in stato di fermo.
Infermiera uccisa a Roma: le ipotesi sull’assassino
La donna, che lavorava San Filippo Neri, sarebbe stata colpita più volte con delle coltellate, soprattutto sull’addome. Dalle prime ricostruzioni, sul corpo della vittima anche segni evidenti sulle braccia, a testimonianza che avrebbe provato a difendersi dall’aggressore che l’ha poi uccisa.
Dalle notizie fin qui trapelate, pare che vicini abbiano raccontato di aver udito urla e grida disperate grida d’aiuto, prima del grande silenzio, della fuga dell’assassino e del successivo ritrovamento del cadavere, avvenuto da parte di due studenti residenti in via Allievo, a Monte Mario.
Le autorità sono a caccia dell’omicida. Al momento, infatti, quella sull’assassinio per mano di un uomo è l’ipotesi più accreditata. Al vaglio delle forze dell’ordine diverse piste: da quella di un ex fino alla possibilità shock di uno spasimante rifiutato.
Ad oggi, nulla è escluso. La sola certezza riguarda il fatto che la Nappini non abbia mai sporto denunce per stalking o violenze in precedenza. Alcune colleghe della donna, però, citate da La Repubblica, hanno parlato di “problemi sentimentali” non ben precisati.
Fermato l’ex della vittima
Intanto, come fa sapere l’Ansa, un uomo di 45 anni, di nazionalità marocchina, è stato fermato per l’omicidio della Nappini. Da quanto si apprende, l’indagato in passato ha avuto una relazione con la 52enne.
L’individuo è stato bloccato dagli uomini della Squadra Mobile che ieri hanno ascoltato in Questura, in coordinamento con la Procura, una serie di sospettati relativamente al caso.
