Boom di infezioni dopo il Covid-19: aumento esponenziale fino al 30%. Quali sono i virus più pericolosi tra quelli emergenti.
Dopo la pandemia da Covid-19, i virus tornano a farsi sentire con forza: si registra oggi un aumento significativo delle infezioni, un fenomeno che preoccupa gli esperti. A lanciare l’allarme è Tiziana Lazzarotto, direttrice scientifica dell’Amcli e responsabile dell’Unità operativa complessa di Microbiologia dell’Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola di Bologna, intervenuta al Congresso nazionale dell’Amcli a Rimini. A conferma di ciò, il boom di scabbia nelle scuole evidenzia quanto la situazione stia rapidamente sfuggendo di mano.

Incremento preoccupante delle infezioni post Covid-19
Durante il Congresso, come riportato dall’Ansa, Tiziana Lazzarotto ha dichiarato: “Dopo gli anni pandemici in cui si era registrata la riduzione della circolazione di qualsiasi tipo di microrganismo, oggi osserviamo un incremento dalle 4, fino alle 10 volte rispetto ai livelli pre-Covid o al biennio 2022-23 delle infezioni“. Questo aumento rappresenta un dato allarmante, che riflette una situazione epidemiologica profondamente cambiata rispetto agli anni precedenti.
Il 2024 e il periodo attuale mostrano una crescita esponenziale delle infezioni, con percentuali che raggiungono il 30%. Come sottolineato dalla microbiologa: “Passare dallo 0,6% del biennio 2022-2023 a un 30% rappresenta un aumento davvero esponenziale“. Questo fenomeno riguarda in particolare i virus respiratori, che hanno manifestato una forte azione patogena nonostante il picco influenzale sia arrivato tardivamente, a fine gennaio.
A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che i casi più gravi non si limitano ai pazienti fragili, ma coinvolgono anche persone immunocompetenti e vaccinate. Questo evidenzia come l’azione patogena dei virus circolanti sia particolarmente aggressiva, aumentando il rischio di complicazioni anche in soggetti considerati a basso rischio.
Quali sono i virus emergenti più aggressivi
Oltre all’incremento delle infezioni respiratorie, emergono preoccupazioni per virus finora considerati rari o legati a specifiche aree geografiche. In particolare, si registra un aumento dei casi di Zika e Oropouche, nonostante in Italia non siano presenti i vettori tipici di questi virus, localizzati principalmente nell’Amazzonia.
Il fenomeno è legato alla possibilità che i viaggiatori introducano questi virus a RNA, che hanno subito mutazioni e riassortimenti genetici, rendendoli oggi più patogeni rispetto ai ceppi precedenti. Le analisi di laboratorio mostrano inoltre che sia Zika che Oropouche sono in grado di replicarsi nella placenta, causando infezioni nei neonati.