Influenza aviaria, identificate 34 mutazioni: scatta l’allarme per l’uomo

Influenza aviaria, identificate 34 mutazioni: scatta l’allarme per l’uomo

Allarme influenza aviaria: identificate 34 mutazioni che potrebbero favorire la diffusione nell’uomo. Le parole dell’Ecdc ed Efsa.

Dopo il picco di casi umani registrati, l’influenza aviaria continua a evolversi, aumentando il rischio di adattamento all’uomo e di possibili pandemie. Scatta l’allarme lanciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).

Quali sono i fattori di rischio e come contenere il virus

L’adattamento del virus dell’influenza aviaria all’uomo dipende non solo da mutazioni genetiche, ma anche dal mescolamento con altri virus e da fattori ambientali come l’urbanizzazione e la deforestazione. Per ridurre il rischio di trasmissione, Ecdc ed Efsa raccomandano una sorveglianza attenta su animali e persone esposte. Oltre a misure di biosicurezza, formazione sanitaria e vaccinazioni mirate.

Gli ospedali dovrebbero intensificare il monitoraggio per prevenire ricombinazioni tra virus umani e aviari. Le agenzie hanno inoltre sviluppato piani di risposta interdisciplinari, aiutando gli Stati membri a prepararsi a possibili emergenze future.

Le mutazioni genetiche e le diffusione dell’aviaria

Gli esperti delle due agenzie, come riportato da Adnkronos, hanno identificato 34 mutazioni genetiche che potrebbero aumentare la capacità del virus di trasmettersi all’uomo. Il quadro globale desta preoccupazione, poiché nel 2024 i virus dell’influenza aviaria hanno ampliato il loro raggio d’azione, colpendo specie animali precedentemente non coinvolte.

Gli sviluppi globali richiedono di rimanere vigili e assicurarci che l’Europa sia pronta a rispondere alla minaccia dell’influenza aviaria“, ha affermato Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’Ecdc. L’analisi genetica dei ceppi virali emergenti è una delle principali raccomandazioni per individuare precocemente mutazioni che potrebbero favorire il salto di specie.

Anche Bernhard Url, direttore esecutivo facente funzione dell’Efsa, ha evidenziato il rischio di diffusione ai mammiferi, sottolineando la necessità di una risposta tempestiva: “Il nostro lavoro identifica mutazioni chiave legate a una potenziale diffusione agli esseri umani, che richiedono una rapida individuazione e risposta“.