Influenza aviaria, il salto di specie è già avvenuto: l'allarme della virologa
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Influenza aviaria, il salto di specie è già avvenuto: l’allarme della virologa

provette in laboratorio

La virologa Ilaria Capua avverte sui rischi dell’influenza aviaria e del salto di specie verso i mammiferi, compreso l’uomo.

Negli ultimi decenni, l’influenza aviaria è diventata una minaccia crescente per la salute globale. Il virus, noto per la sua capacità di mutare rapidamente, ha mostrato una maggiore propensione a compiere il cosiddetto “salto di specie”, fenomeno che gli permette di infettare nuovi ospiti, incluso l’uomo.

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L’intervista alla famosa virologa Capua: l’avvertimento sull’influenza aviaria

Ilaria Capua è una virologa italiana di fama internazionale, nota per i suoi contributi nello studio dei virus influenzali, in particolare l’influenza aviaria. È una delle scienziate che ha rivoluzionato il modo in cui vengono condivise le informazioni sui patogeni a livello globale. La sua carriera abbraccia la ricerca scientifica, la divulgazione e l’impegno per promuovere un approccio integrato alla salute umana, animale e ambientale attraverso il modello One Health.

A lanciare l’allarme è la virologa Ilaria Capua, Senior Fellow of Global Health presso la Johns Hopkins University e direttrice emerita del One Health Center of Excellence. Dalle pagine del Corriere della Sera, Capua invita a prendere sul serio questo “virus acrobata” e ad adottare misure preventive immediate.

Il salto di specie: la sorpresa del 2024

Uno degli sviluppi più sorprendenti legati all’H5N1 è stato osservato nel 2024, quando il virus è riuscito a infettare i bovini, una specie fino a quel momento ritenuta immune. Secondo Ilaria Capua:
“Per i virologi che si occupano di virus emergenti, la grande sorpresa del 2024 è stata che il virus dell’aviaria ha infettato i bovini. Questo ci ha lasciati di stucco, perché un virus, per infettare un certo animale o una persona, ha bisogno di recettori ‘giusti’ dove attaccarsi. E noi credevamo che i bovini non avessero i recettori giusti.”

Questo evento è particolarmente preoccupante perché ogni passaggio del virus in una nuova specie aumenta il rischio di ulteriori mutazioni che potrebbero renderlo più capace di infettare l’uomo. “Adesso il virus si trova in una serie di mammiferi, e più circola in questi mammiferi, più si avvicina all’uomo. E ogni volta che passa in un mammifero, acquisisce delle mutazioni che poi possono renderlo capace non solo di infettare più efficacemente l’uomo, ma di trasformarlo a sua volta in un vettore infettivo di altre persone.”

Capua mette in guardia contro un’eccessiva tranquillità: “Essere allarmisti non va mai bene. Ad oggi il rischio che una persona si infetti direttamente da una mucca, o raccattando un uccello selvatico, resta effettivamente basso. Ma H5N1 potrebbe o trasformarsi in un virus che si trasmette in maniera più efficace da uomo a uomo, oppure riassortirsi geneticamente, perché così fanno i virus influenzali.”

Prepararsi all’adattamento umano

Secondo la virologa, l’espansione del virus nei bovini rappresenta un errore gestionale. “Il fatto che H5N1 sia circolato e si sia espanso in maniera così pervasiva nei bovini non doveva succedere. Dopo i primi focolai, bisognava mettere gli allevamenti sotto sequestro ed evitare che l’infezione si allargasse, così non ci troveremmo nella situazione attuale.”

Capua avverte che il passaggio del virus all’uomo potrebbe avere costi sanitari altissimi: “Una volta che l’infezione passerà nell’uomo, i costi sanitari aumenteranno su scala logaritmica. Già da adesso, quindi, bisognerebbe cominciare a ragionare su quante dosi di vaccino sono disponibili, quale vaccino usare e anche quanto tempo occorre per creare eventualmente un vaccino per un virus variato di H5N1; capire come e contro quali ceppi possa funzionare un farmaco antivirale.”

La strategia migliore, secondo la virologa, è quella di prepararsi con largo anticipo: “Bisogna prepararsi, per non trovarsi poi a dovere agire, dando i colpi al buio.”

L’influenza aviaria, e in particolare il ceppo H5N1, sta evolvendo rapidamente, aumentando il rischio di un adattamento all’uomo. Le dichiarazioni di Ilaria Capua sottolineano l’importanza di un approccio preventivo basato su vaccinazione, monitoraggio e gestione delle epidemie animali. Solo con un’azione tempestiva sarà possibile ridurre al minimo il rischio di una nuova pandemia globale.

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ultimo aggiornamento: 3 Gennaio 2025 11:46

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