L’Italia alle prese con l’influenza e il periodo delle feste potrebbe peggiorare la situazione. L’allarme contagi degli esperti e il picco.
L’allarme influenza è già scattato: si prevede un aumento dei casi “nelle prossime settimane, con una diffusione piuttosto uniforme e con la possibilità di un raddoppio dei casi settimanali entro la fine di dicembre”. Sono queste le previsioni elaborate dall’Istituto per l’Interscambio Scientifico (Isi Foundation) su incarico dell’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) in merito a quello che succederà in Italia e in Europa prossimamente.
Influenza, i dati in Italia
Per alcuni è già arrivata, per altri potrebbe essere solo questione di tempo. L’influenza, come ogni anni, fa paura, soprattutto a cavallo delle festività di Natale e Capodanno. In questo senso, l’Istituto per l’Interscambio Scientifico (Isi Foundation) su incarico dell’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), ha fatto il punto della situazione.
“I dati mostrano una diffusione attuale piuttosto limitata dei virus influenzali e più in generale delle sindromi simil-influenzali nel nostro Paese. Si prevede un aumento dei contagi nelle prossime settimane con una diffusione piuttosto uniforme e con la possibilità di un raddoppio dei casi settimanali entro la fine di dicembre”.
Quando è previsto il picco
In generale in Europa e in Italia “il picco è previsto tra la fine dell’anno e l’inizio del 2025, seguendo un andamento simile a quello registrato lo scorso anno. Va sottolineato che queste sono proiezioni condizionate da alcune variabili chiave, come l’efficacia del vaccino antinfluenzale, la trasmissibilità e la severità del sottotipo influenzale predominante, fattori che contribuiscono a generare un quadro incerto, soprattutto rispetto a come l’andamento dei casi si tradurrà in pressione sul nostro sistema ospedaliero”
Gli esperti hanno tenuto a sottolineare che si tratti di “indicazioni che contengono un certo livello di imprevidibilità, legato soprattutto alle evoluzioni dell’influenza e alla sua trasmissibilità”, le parole dei ricercatori Nicolò Gozzi e Daniela Paolotti citati da Adnkronos.